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8 buoni motivi per pedalare nel Vallese

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… oltre al fatto che è una Svizzera così vicina all’Italia, giusto al di là delle Alpi…

1 – Il Rodano

Si pedala senza perdere di vista il fiume da Oberwald (1.358 m) a Briga (673 m), Sierre (529 m) e Martigny (462 m), seguendo le puntuali segnalazioni della ciclopista Rhone Route 1. Tranne poche ripide discese e alcune salite, le pendenze sono appena accennate e adatte a tutti. Il fondo è generalmente in asfalto e spesso ombreggiato. Lo scenario è alpino, con diverse cime oltre i 4.000 nella parte del percorso più in quota. Scendendo, il Rodano si fa meno impetuoso e allarga il suo corso, clima e paesaggio si addolciscono.

 

2 – Il castello e il suo Signore

Situato al centro di Briga, Stern der Alpen, la stella delle Alpi, il castello di Stockalper offre l’opportunità di compiere un viaggio a ritroso nel tempo attraverso la figura di Kaspar von Stockalper, uomo di fede, politico, mercante, imprenditore e protocapitalista arricchitosi con il commercio sulla strada del Sempione. Da visitare la mostra Passage Simplon, incentrato sulla storia di uno dei passi più belli delle Alpi.

 

3 – I vigneti

Nel Vallese i vitigni coltivati sono una sessantina, con tanti micro-appezzamenti di terreno (se ne contano ben 25mila) che non superano poche decine di metri quadrati. Per godere di una vista a perdita d’occhio sui vigneti e sulla valle bisogna staccarsi dal fondovalle e pedalare in costa. Siamo sulla rue du Vin, con villaggi caratteristi (e cantine) che si susseguono senza sosta: Sierre, Veyras, Miège, Salgesch. In quest’ultimo borgo si possono degustare i vini di Diego Mathier (Pinot Noir Lucifer, Sang de l’enfer de Salquenen, Gamay Mephisto). Per gli astemi, è comunque un gran paesaggio.

 

4 – Tentazioni deviazioni

Per chi vuole sfidare la propria tenuta atletica, il comprensorio di Sierre-Anniviers, specie nell’omonima valle, ha tutto per mettere alla prova le gambe più allenate. Chandolin, St Luc, Zinal Grimentz e Vercorin, sono la porta d’ingresso per i “quattromila” della Couronne Impérialle e per i sentieri della Val d’Annieviers. Un nome che, nella tradizione popolare, significa “sulla strada, tutto l’anno”, per descrivere le genti locali, sempre in cammino tra i pascoli in alta quota e i vigneti a valle.

 

5 – Le terme

Appena 3 km fuori Briga in direzione di Visp, lungo la ciclopedonale del Rodano (a tratti anche strada cantonale a scarso traffico, preferibile all’argine sabbioso) si incontrano le terme di Brigerbad. Ristrutturate a nuovo e riaperte nel dicembre 2014 (qui il sito dedicato), sorgono nei pressi di un campeggio e con i loro 2.600 m2 sono la più grande oasi termale e wellness all’aperto (e al coperto) delle Alpi, con ben poco da invidiare alle più famose e blasonate terme di Leukerbad. Da segnalare la grande piscina con acqua corrente e quella olimpionica a sfioro, oltre allo scivolo alpino lungo 182 metri.

 

6 – Il parco dell’arte contemporanea

Poco fuori Martigny, cittadina di 16.000 abitanti incastonata dalla foresta del Mont-Chemin da un lato e da una costa di vigneti terrazzati dall’altro, sorge il museo della Fondazione Pierre Gianadda, famiglia locale con radici piemontesi. Nei suoi giardini si passeggia tra sculture contemporanee, in sala una raccolta permanente di mostre temporanee di grande livello (noi abbiamo visto “Matisse en son temps”), e in parallelo all’esposizione su Matisse accoglie una raccolta di magnifici ritratti in bianco e nero di Henri Cartier-Bresson. POtete farvene un’idea sul sito della Fondazione.

 

7 – Auto storiche in cantina

Sempre la Fondazione Gianadda, sorta intorno ai resti di un tempio celtico scoperto nel 1976, oltre a reliquie e percorsi archeologici (compreso un anfiteatro romano da 5.000 posti), porge il suo tributo alle auto d’epoca nel museo dell’automobile, ospitato nei sotterranei. Anche un ciclista guarda con ammirazione la cinquantina di veicoli storici, tutti funzionanti, datati dal 1897 al 1939: tra i più belli, una Bugatti “Petite Royale”, una Isotta Fraschini 8A del 1931, una Rolls-Royce “Silver Ghost”, un’Alfa 1750 e una Delaunay-Belleville appartenuta allo zar Nicola II di Russia.

 

8 – A tu per tu con i San Bernardo

Le botticelle fanno parte dell’iconografia classica, ma il loro destino è oggi più vicino alla pet therapy che al salvataggio in montagna. Icona nazionale svizzera, il cane San Bernardo, oltre che nell’omonimo Ospizio sul Col du Grand Saint-Bernard, viene accudito a Barryland, museo della Fondazione Barry a Martigny (Route du Levant 34). Sostituito dagli elicotteri per il soccorso, questo mansueto gigante è un ottimo ausilio terapeutico per che soffre di disabilità fisiche e psichiche. Qui lo si può accarezzare. Per un cucciolo c’è una lunga lista d’attesa. E un ticket di 3.000 franchi…

 

Per preparare il viaggio vi consigliamo di dare un occhio a questo sito specifico per informazioni sul Vallese in bici, e ovviamente al portale ufficiale di Svizzera Turismo; entrambi ricchi di informazione e integralmente fruibili anche in italiano.