Home viaggio diari Diario di un cicloturista a Gran Canaria, parte prima. Benvenuti al Sud!

Diario di un cicloturista a Gran Canaria, parte prima. Benvenuti al Sud!

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Appunti di viaggio dal nostro Paolo Aresi, inviato da cicloturista a Gran Canaria per raccontare l’isola dove la bici è una religione e il contesto quello di un Paradiso in terra, un vero continente in miniatura. E siccome Gran Canaria è double-face, offre a chi pedala un sud e un nord tra i più iconici e caratterizzati, ve ne proponiamo due assaggi (questo il link per scaricare il racconto completo; su grancanaria.com potete invece trovare il meglio dell’offerta turistica dell’isola). E partiamo qui, come ha fatto lui, da sud.

Eccoci davanti alle dune di sabbia più estese d’Europa. Siamo molto a sud, paralleli alla parta più bassa del Marocco, a due passi dal Tropico del Cancro. Appuntamento alle nove di sabato al negozio “Free Motion” dove ci consegnano le biciclette: mi danno una Specialized da combattimento, robusta e ben tenuta, freni a disco.

“Ci aspetta Alex, che di mestiere fa l’accompagnatore di ciclisti. è italiano, ma vive qua da alcuni anni.”

Percorre almeno ventimila chilometri nei dodici mesi, è forte come un professionista. Oltre a me e Maria Teresa ci sono anche altri due cicloturisti, uno svizzero e uno irlandese. Si parte. Il mio allenamento quest’anno è scarsissimo, ma Alex è persona gentile, guida esperta, dice di non preoccuparsi, basta andare piano. Andiamo piano. Spiega Alex: “Siamo un gruppo di guide ciclistiche, ci alterniamo tra i gruppi. Li dividiamo in tre: quelli che corrono, quelli che vanno mediamente e quelli del cappuccino. Se per un paio di giorni segui quelli che menano forte, allora al terzo giorno ti tocca il gruppo del cappuccino, così respiri”.

In questo momento, mi sento molto del giro del cappuccino. Comunque si pedala, anche lo svizzero e l’irlandese non sono proprio degli sparvieri. La strada sale in questa valle di Ayaguares: faremo un percorso ad anello, scenderemo lungo un’altra valle toccando la Cima Pedro Gonzales, un passo oltre il quale si apre la discesa di ritorno verso San Fernando e Maspalomas, devieremo per fare una visita anche a uno dei villaggi tradizionali, El Tablero, paese che ricorda molto quelli del nostro sud.

“Incontriamo una valle selvaggia, un paesaggio scabro, ma la giornata non è caldissima, si sta bene”.

Si pedala in tratti che ricordano i canyon, la vegetazione è sporadica, tante piante grasse. Ogni tanto capita un albero sorprendente, dalla chioma verde e dai fiori rossi o gialli che ricordano la bellezza dei tropici. La strada sale con regolarità, è ben segnata, ben asfaltata, il cielo di un azzurro profondo e limpido è macchiato di piccole nuvole candide.

“Si sale fino a un lago, il bacino di Ayaguares, dove la strada piega”.

Siamo sui 500 metri di quota, il paesaggio è scabro, pietroso, c’è qualcosa di lunare. Poi via in discesa. Un’ultima salita, non impegnativa, risale fino al Tablero, quindi il ritorno a Playa des Ingles e poi a Maspalomas, in albergo. Totale una sessantina di chilometri.

Che dire del mio primo giorno da cicloturista a Gran Canaria? Bilancio ottimo, paesaggio alieno rispetto ai nostri, una vera esplorazione di un mondo diverso, che include, appena fuori dall’area turistica, bananeti e coltivazioni di mango e avocado. Siamo proprio ai tropici.