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Incidenti stradali: per ciclisti e pedoni città sempre più a rischio

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Incidentalità ciclistica

Per ciclisti e pedoni le città continuano a essere pericolose. Troppo pericolose, a considerare i dati forniti nell’annuale rapporto Aci –Istat sugli incidenti in Italia. Se nel complesso è diminuito il numero dei morti (3381, -0,6%) e dei feriti (251.147, -2,7%) la situazione si ribalta nelle strade urbane. Nel 2014 sono state 1505 (+5,4%) le vittime in città, quasi il 45% del totale, il peggior rapporto a livello europeo.

In particolare a essere colpiti sono i soggetti più deboli, come i ciclisti (273, +8.8%) e i pedoni (578, +4,9%), mentre diminuiscono i morti tra chi si muove su due ruote a motore (816, -3,8%). E tutto mentre si discute ancora del nuovo codice della strada e si moltiplicano le iniziative a sostegno della campagna 30elode per la riduzione della velocità nei centri urbani.

«La lettura di questi dati – commenta Edoardo Galatola, responsabile sicurezza della Fiab, la Federazione italiana amici della bicicletta – conferma che il problema resta quello delle città dove un morto su due è un utente non motorizzato e cinque su sei un utente vulnerabile. E tutto questo mentre l’Europa, con la recentissima carta del Lussemburgo indica una strada precisa d’incentivazione della mobilità ciclistica, oltre che pedonale. E a riprova dell’immobilismo in atto, a oggi, non è stato ancora pubblicato il Piano Nazionale della Sicurezza stradale 2011-2020, ovvero il documento che dovrebbe dettare le strategie da seguire! »

Il dato che riguarda i ciclisti però va letto – per guardare al bicchiere mezzo pieno – nella loro costante crescita come protagonisti della mobilità cittadina. Un’ulteriore riprova del concetto safety in numbers, ovvero più ciclisti uguale più sicurezza.

Per quanto riguarda i grandi centri urbani  è possibile osservare che il dato di cinque morti tra i ciclisti su 273 (1,8%) sia per Milano che per Roma dimostra la bassa pericolosità di Milano e l’elevata pericolosità di Roma (la differenza di modal split è significativa), oltre alla bassissima pericolosità di Bologna (due morti su 273) a dimostrazione dell’importanza e dell’efficacia delle politiche per la bicicletta.