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Oriani, ciclista bersagliere: un monumento lo ricorda nella sua Cinisello Balsamo

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Carlo Oriani ciclista, a sinistra, e il monumento al bersagliere inaugurato a Cinisello Balsamo.

Lo chiamavano El Pucia, perché gli piaceva “fare la puccia”, cioè raccogliere ogni avanzo con la mollica del pane. Non lasciava nulla nel piatto, per via di quella fame atavica che lo perseguitava. In questo era lo specchio di una generazione che si è uccisa di fatica nei campi o nelle fabbriche. Lui ci aggiunse anche la bicicletta, perché ci sapeva fare.

Carlo Oriani (1888-1917), nato a Balsamo e poi trasferitosi a Sesto San Giovanni per lavorare in una fabbrica dove costruivano le caldaie, è stato un campione del ciclismo pionieristico: al via nella prima edizione del Giro d’Italia nel 1909 (quinto in classifica, ma primo tra i dilettanti), mentre nel 1912 si impone al Giro di Lombardia, non prima di aver partecipato, l’anno prima, in qualità di bersagliere, alla battaglia di Sciara Sciat, in Libia.

L’anno migliore per lui è il 1913 quando vince il Giro d’Italia e batte i più quotati avversari come Ganna, Gerbi e Pavesi. Ma l’episodio che lo consegnerà definitivamente alla storia riguarda la sua partecipazione alla Prima Guerra Mondiale.

Ritirata di Caporetto, un commilitone scivola nelle acque gelate del Tagliamento, d’istinto Oriani si tuffa e lo salva. Ma le conseguenze del gesto eroico gli saranno fatali. Vaga per un paio di giorni, prima  di ritrovare i suoi compagni: “Sarebbe bastato avesse trovato un cambio di lana – racconta il nipote che porta lo stesso nome –  e si sarebbe salvato.  Ma niente, lui aveva lo spirito di bersagliere, e andò avanti, forse senza chiedere”. Si ammala, viene ricoverato a Caserta, il sole lo avrebbe guarito, pensavano gli ottimisti. Ma non era stata ancora inventata la penicillina. Morì a 29 anni.

Non fu l’unico ciclista di quei tempi che perse la vita durante la Grande  Guerra. Stessa sorte spettò anche ad altri campioni di ciclismo del tempo, come Petit Breton, Francois Faber e Octave Lapize che vinsero il Tour de France.

Ora la ‘sua’ Cinisello Balsamo, hinterland nord di Milano, lo ricorda con un monumento – inaugurato il 15 aprile alla presenza di un migliaio di persone – che affianca una statua di un bersagliere a un bassorilievo che raffigura Oriani.