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Stop alla Legge Quadro sulla Ciclabilità nel giorno dell’approvazione alla Camera

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Doveva essere il D-Day, il giorno dello sbarco dell’Italia tra i paesi a civiltà ciclistica. E invece niente, rinvio a data da destinarsi. La proposta di Legge Quadro sulla Ciclabilità era attesa ieri, 19 ottobre, all’approvazione alla Camera. È stata rispedita in Commissione perché non provvista del ‘via libera’ della Ragioneria Generale dello Stato sulla copertura finanziaria.

Il progetto – di cui vi invitiamo a leggere il testo e i lavori preparatori – è frutto di anni di lavoro parlamentare. Prevede, a copertura, la destinazione di una percentuale fissa (2%) del Fondo per le infrastrutture stanziato annualmente dal Ministero dei Trasporti. “In soldoni – riassume il relatore della legge Paolo Gandolfi, deputato pd – parliamo di qualcosa che si aggira sui 50 milioni di euro.” Questo 2%, par di capire, già impegnato sia per il 2017 che per il 2018, potrebbe essere disponibile solo a partire dal 2019.

De profundis sino ad allora per il progetto di legge? Nuovo lavoro di cesello in commissione per renderlo ripresentabile alle Camere nelle prossime settimane? Gandolfi non cela la sua delusione per uno stop all’ultimo miglio “su un progetto che ormai raccoglie un consenso unanime tra tutte le forze politiche”. Lo sconcerto di Fiab, la Federazione italiana amici della bicicletta che ha lavorato in questi anni attorno al progetto, è stata espressa a caldo da Giulietta Pagliaccio in una lettera aperta al ministro del trasporti Graziano Del Rio (la trovate qui). Ma sotto accusa sono anche le arretratezze culturali della pubblica amministrazione: “la politica ha sicuramente delle responsabilità, ma molte responsabilità sono anche di un apparato tecnico, in questo caso il personale dei ministeri, che è totalmente inadeguato e anche disinteressato ad affrontare questi temi nuovi”. E sui social dei cicloattivisti torna a farsi sentire il tam tam della mobilitazione.