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Città 30: più sicurezza e meno emissioni. I dati al di là degli abbagli

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Più lenti e più inquinanti. Così vengono descritti gli spostamenti in auto quando vige il limite dei 30 km/h. Peccato che il quadro sia diverso rispetto a come è stato frettolosamente descritto. Nei giorni scorsi si è tenuto il terzo forum The Urban Mobility Council, promosso dal Gruppo Unipol. I titoli della stampa immediatamente dopo l’incontro hanno puntato il dito contro le zone 30 e le politiche di moderazione della velocità perché aumenterebbero il livello di emissioni di CO2. Come ha avuto modo di approfondire Open intervistando Umberto Fugiglando, tra gli autori dello studio frainteso, le zone 30 contribuiscono invece a una riduzione netta delle emissioni come dimostrano altri esempi in Europa.

Città 30: emissioni davvero in aumento?

Ma come mai la stampa ha scritto che la velocità di 30 km/h farebbe aumentare le emissioni di CO2 dell’1,5% e del particolato del 2,7%? L’errore sta nel fatto che, anzitutto, lo studio non afferma che il limite aumenti le emissioni. La ricerca, basata su velocità medie e non su un limite effettivo, non considera poi la riduzione delle auto circolanti e le accelerazioni più dolci che la città 30 comporterebbe.

Cosa emerge invece dal report condotto sui dati di Unipol Tech basati su 3,4 milioni di viaggi nel Comune di Milano durante quattro settimane del 2023? Ad oggi nel capoluogo lombardo si procede già al di sotto dei 30 km/h di media (28, per l’esattezza). Come ha spiegato Edoardo Galatola, Responsabile Sicurezza del Centro Studi FIAB e autore con l’ex assessore alla Mobilità di Bologna Andrea Colombo della proposta di legge sulla Città 30, la letteratura scientifica e i dati non lasciano spazio a dubbi.

I dati in 40 città europee che vanno a 30

Le città 30 salvano vite, riducono le emissioni, favoriscono gli spostamenti con il trasporto pubblico e riservano più spazio agli utenti attivi della strada. Uno studio recente a riguardo, condotto su 40 città europee come Parigi e Bruxelles, elenca numeri eloquenti: con questi limiti di velocità incidenti, morti e feriti calano rispettivamente del 23%, del 37% e del 38%. Le emissioni sono diminuite in media del 18%, e i livelli di inquinamento acustico di 2,5 dB, così come il consumo di carburante (-7%)

Un errore comune nelle critiche alla città 30 è dovuto alla convinzione che la misura punterebbe a rallentare le persone in auto. In realtà i benefici sono molti e i dati sopracitati lo dimostrano: maggiore sicurezza stradale, minori vittime e feriti e più spazio pubblico a disposizione di pedoni e ciclisti. In Italia Bologna ha fatto da apripista al dibattito nel 2024, introducendo il limite in buona parte delle strade urbane. E i dati le danno ragione.