

Le città 30 sono state di recente oggetto di un articolato studio dell’Università di Atene che ne hanno messo in evidenza tutti i benefici sia sulla sicurezza che sulla salute di chi vi abita. Una ulteriore conferma scientifica di quanto da tempo tutti gli esperti e gli operatori più attenti della mobilità sostengono e i cittadini sperimentano di persona.
I risultati di città come Bruxelles, Parigi, Londra e circa altre 40 hanno mostrato un significativo miglioramento della sicurezza stradale, con una riduzione media del 37% dei morti, del 38% dei feriti gravi e del 23% di quelli considerati “leggeri”. Uno dei primi risultati è che la maggior sicurezza percepita sulle strade nelle città 30 ha portato a un numero crescente di persone a muoversi senza automobile, a piedi o in bicicletta. E gli esempi citati dalla ricerca non fanno che confermare come di questa scelta che risponde a una precisa visione politica della città nessuno si sia mai pentito.
Città 30, gli esempi di Bologna e del Galles
Se Bologna, di cui vengono riportati dati positivi, è un esempio recente di città 30, la limitazione della velocità è stata presa in esame anche a livello nazionale. Lo ha fatto il Galles nelle aree edificate portandolo a 20 mph (circa 32 km/h) e questo ha comportato una riduzione media della velocità di 4,6 km/h (2,9 mph), attestandosi a 31,2 km/h (19,78 mph) rispetto ai 35,6 km/h (22,67 mph) della settimana precedente la modifica. Inoltre, cosa ancora più importante, il numero di incidenti e vittime è diminuito rispettivamente del 26% e del 28%.
Dati che, almeno nelle dichiarazioni di intenti, sembrano orientare i differenti ministeri riuniti, a febbraio a Marrakech, nella Quarta conferenza ministeriale sulla sicurezza stradale, che auspica: “limiti di velocità sicuri e adeguati, supportati da un’adeguata gestione della velocità, come la riprogettazione delle infrastrutture stradali per consentire limiti di velocità auto-applicativi attraverso l’applicazione dei concetti di strade autoesplicative e di strade tolleranti, nonché di misure di controllo; creare condizioni di sicurezza che consentano il trasporto multimodale e la mobilità attiva; stabilire, ove possibile, un mix ottimale di trasporto motorizzato e non motorizzato, con particolare attenzione al trasporto pubblico, agli spostamenti a piedi e in bicicletta, compresi i servizi di bike sharing, infrastrutture pedonali e ciclabili sicure e attraversamenti pedonali e ciclabili comodi e accessibili, soprattutto nelle aree urbane”.