Home viaggio diari Diario di un cicloturista a Imst, nel Tirolo più dolce

Diario di un cicloturista a Imst, nel Tirolo più dolce

2459
Il riposante scenario della valle di Imst.

La mia meta è Imst, una piccola cittadina del Tirolo, poco sotto i mille metri d’altezza sul livello del mare. Situata in un’ampia vallata, è punto di osservazione privilegiato delle Alpi di Lechtal. Ma per gli amanti della bicicletta, e delle vancanze green in generale, Imst è una destinazione ideale perché raggiungibile dall’Italia senza auto: si arriva a Innsbruck in treno e, da lì, ci vuole meno di un’ora con il bus. Io l’ho scoperta proprio così, deciso a fare una vacanza senza l’onere (e il costo) della guida.

Tre ore dopo aver lasciato Verona e la dimensione urbana italiana mi ritrovo in un ambiente alpino in cui la mano dell’uomo ha lavorato con attenzione e rispetto. Preservando la bellezza tipica del Tirolo: acqua ovunque tantissimo verde, profumo di legna tagliata e vette (quasi sempre) innevate.

I ciclisti che decidono di affidarsi come me al noleggio della bicicletta, anche elettrica, possono anche affidarsi direttamente al locale ufficio del turismo. I prezzi sono più che ragionevoli: 18 € al giorno per una e-bike di ultima generazione.

 

In bicicletta al lago di Fernstein – Pare che il lago Fernstein sia uno dei 100 luoghi più suggestivi al mondo in cui fare il bagno: un privilegio – scoprirò dopo esserci arrivato – riservato però ai clienti del Schloss Fernsteinsee, castello edificato nel XIII secolo e adesso trasformato in hotel. Le camere più esclusive sono inaccessibili (anche perché la suite è a uso esclusivo della famiglia reale austriaca) ma una radler, birra e limonata, è a portata di tutti.

Partendo dal centro di Imst bastano pochi colpi di pedale per raggiungere il torrente Pigerbach e seguire la ciclabile che lo costeggia per tutti i 20 chilometri di dolci saliscendi. Il tempo non è bellissimo, pioviggina, ma in certi punti la vegetazione è così fitta che faccio in tempo a non bagnarmi prima che esca il sole. Non ci sono viste alpine indimenticabili ma pedalando attraverso piccoli paesini si respira Tirolo a pieni polmoni: casette con tendine vezzose e fiori colorati sui davanzali, via vai di biciclette con ciclisti di ogni età, fattorie e segherie.

Dopo la radler, mi dirigo a Nassereith dove scopro un altro laghetto dalla acque limpidissime. Ormai è uscito un bel sole e devo ripararmi sotto l’ombrellone per gustare una maxi porzione di spatzle con crauti e formaggio (la generosità dei piatti è un’altra, apprezzatissima, caratteristica tirolese!).

Sulla via del rientro, causa anche la tentazione dello strudel a cui non ho resistito, chiedo il massimo contributo alla mia bicicletta elettrica. E ancora una volta apprezzo la flessibilità di questo mezzo, capace di trasferire, in qualunque situazione, la meravigliosa sensazione dell’andare pedalando senza richiedere alcun genere di sforzo, allenamento, preparazione.

 

Turismo a misura d’uomo – Una delle cose più interessanti che ho scoperto pedalando nei dintorni di Imst è il grande valore che le persone attribuiscono alle tradizioni del loro territorio. Di queste tradizioni sono (evidentemente) molto orgogliose e basta mostrare un po’ di curiosità per ritrovarsi in situazioni e dinamiche lontane da quelle del turismo tradizionale. La prima volta mi è capitato alla fine di una salitona verso Karrösten. Nella piazza del paese, nel retro di un negozietto in cui il tempo sembra essersi fermato, la famiglia Schatz tesse da quattro generazioni. Johann mi racconta che, in passato, quasi ogni casa colonica aveva un telaio, ma a causa delle fabbriche e dei prodotti industriali questa manifattura è quasi scomparsa. Quasi perché Johann e suo padre sembrano avere trovato quel compromesso tra tradizione e innovazione indispensabile per la sostenibilità economica. Infatti mentre mi mostra i nuovi telai mi assicura che tutto quello che esce da questo laboratorio – tappeti, tende, tovaglie – ha le stesse caratteristiche dei prodotti di 100 anni fa. La differenza è che la produzione è aumentata di vari ordini di grandezza e, se il suo bisnonno vendeva solo alle famiglie della vallata, oggi i prodotti Schatz vanno anche oltre confine: Svizzera, Francia, Germania, Italia… e perfino negli Stati Uniti.

 

Il Tirolo che non ti aspetti… a tavola – L’orgoglio delle tradizioni vive anche nella gastronomia. Anche se la maggior parte delle persone con cui ho affrontato l’argomento hanno sempre manifestato grande apprezzamento per la cucina italiana, dal parmigiano alla pizza, dal vino al caffè, nessuno scambierebbe un piatto di spatzle con uno di spaghetti (che qui, come in molti altri Paesi del mondo, vengono servizi in bianco come una specie di contorno). Un giorno decido di abbandonare la bicicletta e salire alla Untermarkt Alm, un rifugio gioiello a 1.500 metri e, tempo permettendo, punto di partenza per escursioni, arrampicate, ferrate, vie alpinistiche. Purtroppo, quando ci arrivo, una pioggia battente non permette nulla di tutto questo. E così, dopo un paio di limonate, il cuoco mi chiede se voglio andare in cucina con lui a preparare la mia Kaiserschmarrn, una specie di frittatona dolce con marmellata di mirtilli.

Più insolito, invece, l’incontro con la famiglia Flür, tra le prima in Tirolo a iniziare la produzione vinicola. Anche se l’attività è ancora in start-up, e si lavora in vigna dopo il turno fabbrica, in cantina si respira la stessa passione che potrebbe esserci in Toscana o in Piemonte. La vigna si trova a Tarrenz ed è un piccolo appezzamento terrazzato dove, sotto le amervoli cure della famiglia Flür e un’esposizione particolarmente favorevole, prosperano le uve di Chardonnay e Pinot Nero. Qui il link per chi vuole saperne di più.

 

Area 47 – Difficile trovare una definizione per l’Area 47 perché è un genere di luogo che in Italia non esiste. Non è il classico parco di divertimenti acquatici: ci sono pareti di arrampicata e percorsi a 50 metri d’altezza, piste da motocross (solo con motori elettrici perché anche l’Area 47 ha una vocazione green) e un grande campeggio. Si trova a circa 15 chilometri di distanza da Imst e lo scopro quasi per caso alla fine di una facile pedalata.

L’Area 47 è anche la stazione di arrivo per i percorsi di rafting che partono da Imst e sfruttano le acque, spesso agitate, dell’Inn. La cosa che salta subito all’occhio è lo sforzo, perfettamente riuscito, di creare armonia tra un ambiente artificiale e uno naturale, evitando il rischio di creare quei “divertifici” che ogni tanto mi è capitato di vedere in Italia.

Certo qui non si può avere la pretesa di mangiare piatti tradzionali, ma il bello è che c’è di tutto, dal wok alla pizza. Ma ci sono soprattutto piscine, trampolini e scivoli per ogni gusto: da alcuni ci si può lanciare anche con gli sci o un specie di slittino. Ma quel che è più impressionante è vedere il trampolino dei 27 metri dove, ogni tanto, vengono ad allenarsi i tuffatori delle grandi altezza. Io, qui, ho incontrato Laso Schaller. Mai sentito? Guardate questo video… ne resterete impressionati!