L’obiettivo è lo stesso: rendere indipendenti donne adulte che non hanno mai potuto, nei loro Paesi d’origine, pedalare.
Da Modena a Treviso, da Venezia a Reggio Emilia, Udine, Forlì, Rovigo, le Fiab locali, associazioni di volontariato, onlus sono impegnate a organizzare corsi per imparare ad andare in bicicletta. Rivolti a tutti sono frequentati soprattutto da donne immigrate: marocchine, indiane, pakistane, irachene, sudamericane, anche grazie alla collaborazione degli enti locali, costrette a muoversi tra diversi posti di lavoro nella stessa giornata sono riuscite a risparmiare tempo e costo del biglietto del mezzo pubblico.
Sono i mille colori della mobilità sostenibile.
Non poteva mancare all’appello Bolzano, dove il 28% della popolazione già si muove in bicicletta. «Il nostro obiettivo – spiega Ariane Messner, responsabile dei corsi realizzati da Okoinstitute, associazione privata senza scopo di lucro che promuove progetti
per lo sviluppo sostenibile – era quello di insegnare alle immigrate ad andare in bici per aiutarle ad acquisire maggiore autonomia di movimento e sensibilizzare anche le comunità straniere a una diversa mobilità». Un successo.
Ai nove corsi già portati a termine hanno partecipato oltre 130 donne grazie a finanziamenti europei e a contributi della Provincia autonoma di Bolzano.
tratto dall’inchiesta di copertina di BC 5.3 (mag/giu 2015): “La bici è mia”