Home mobilità città Giappone, nuovo codice della strada: linea dura contro chi pedala smartphone in...

Giappone, nuovo codice della strada: linea dura contro chi pedala smartphone in mano

425
Ciclisti in Giappone. Foto © Sauro Scagliarini

Il Giappone, si usa dire, è un mondo a parte. Lo confermano anche le nuove misure introdotte il mese scorso nel paese con il nuovo Road Traffic Act (l’equivalente del nostro Codice della Strada). Un provvedimento che segna un giro di vite, con pene che in certi casi portano alla detenzione, e un deciso incremento delle multe per i trasgressori. Con il nuovo Road traffic Act il Giappone ha deciso di punire duramente soprattutto chi usa il telefono mentre è in bicicletta o chi pedala con un tasso alcolemico superiore a 0,15 mg/l.

Giappone, detenzione dietro l’angolo

Vediamo qualche esempio concreto (per maggiori dettagli ecco il Japan Times): con il nuovo codice della strada chi sarà pizzicato in sella con lo smartphone in mano rischia fino a sei mesi di detenzione e una multa di 100mila yen (oltre 630 euro); in caso di incidente la pena sale a un anno di prigione e 300mila yen di multa (quasi 2mila euro). Fannno quindi eccezione i ciclisti che l’hanno assicurato al mezzo o lo tengono in tasca e collegato con auricolari. Finora i ciclisti che pedalavano con il cellulare in mano rischiavano soltanto una sanzione di 50mila yen (oltre 300 euro).

In questo ambito della mobilità, il reato più grave introdotto dal Road Traffic Act – curiosamente contemporaneo al discusso Codice della Strada voluto dal ministro Salvini – riguarda chi pedala in stato di ebbrezza: sono previsti fino a cinque anni di detenzione e una sanzione da 1 milione di yen (oltre 6.300 euro). Secondo i dati forniti dalle autorità, in Giappone nel 2023 è stato calcolato un totale di oltre 72mila incidenti che ha visto coinvolti i ciclisti (il 23,5% del totale degli incidenti sulle strade del Paese). Cresce di anno in anno, con percentuali da record, l’uso di incidenti attribuiti all’uso improprio dello smartphone.

Il sistema messo in atto prevede per il ciclista colto in flagranza di reato di pagare immediatamente – o meglio, entro una settimana – per le violazioni di minore entità, in modo da evitare l’apertura di procedimenti giudiziari.