Le maratone non lo spaventano. Perché di questo un po’ si tratta, ovunque si tenti di proporre una riforma così radicale della mobilità urbana. Trasformare un comune in una città 30 per la sicurezza e la vivibilità di tutti gli utenti della strada è una sfida e George Yannis, direttore del Dipartimento di pianificazione e ingegneria dei trasporti dell’Università di Atene, ha voluto affrontarla non soltanto facendo pressioni sulla politica e sull’opinione pubblica. Ha scelto di correre 30 maratone in 30 mesi. “Promuoverò attivamente i limiti di velocità di 30 km/h in tutta la città come il miglior paradigma per città più sicure, più sane e più verdi”, le sue parole. La sua fatica è stata premiata: nel novembre 2024 ha concluso la trentesima maratona del suo tour de force, e da pochi giorni la Grecia ha una legge per le città 30.
Grecia, cosa cambia con la riforma delle città 30
La Grecia è l’ultimo Paese in ordine di tempo che ha deciso di abbracciare quello che Yannis ha definito proprio un nuovo paradigma. Da gennaio 2026 il limite dei 30 km/h entrerà in vigore su tutte le strade urbane a singola o doppia corsia senza spartitraffico centrale. La legge è stata approvata di recente dal Parlamento. Per fare rispettare le nuove regole si potrà far uso delle telecamere e per quanto riguarda le sanzioni saranno più pesanti per i recidivi.
Sui social ha festeggiato Andrea Colombo, già Assessore alla mobilità a Bologna, e tra i principali sostenitori della trasformazione del comune emiliano in una città 30, evoluzione che ha generato parecchie polemiche a livello nazionale, con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini tra i più accesi critici. I dati, tuttavia, danno ragione a chi sceglie una velocità più moderata in città: diminuiscono gli incidenti, il numero di morti e le strade diventano più accoglienti per pedoni e ciclisti.
In Europa sono Spagna e Galles finora i Paesi che hanno introdotto una misura nazionale per introdurre le città 30. Poi ci sono gli esempi di grandi città: da anni Parigi ha introdotto il limite su buona parte delle strade urbane come parte di un disegno bike friendly voluto dalla sindaca Anne Hidalgo. “Gli incidenti stradali – ha spiegato Yannis – sono un grave problema sociale a livello mondiale, con 1,19 milioni di vittime della strada all’anno e oltre 50 milioni di feriti. L’eccesso di velocità è la prima causa di incidenti stradali in tutto il mondo, soprattutto nelle città dove pedoni, ciclisti e motociclisti sono molto esposti e vulnerabili in caso di collisione”.