Come ampiamente prevedibile, dopo il passaggio senza modifiche in Commissione, il testo di riforma del Codice della Strada è stato approvato oggi dal Senato a larga maggioranza: sono 83 i voti favorevoli, 47 contrari e un astenuto. Si tratta di un provvedimento fortemente voluto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha affidato a X il suo commento a botta calda. “Più sicurezza e prevenzione, contrasto ad abusi e comportamenti scorretti, norme aggiornate ed educazione stradale vera” è la sua sintesi del provvedimento.
Nelll’orizzonte di Salvini tra gli abusi da contrastare ci sono di certo quelli degli enti locali, a cui il nuovo codice rende più complicata l’istituzione di zone a traffico limitato o a velocità inferiore a 50 all’ora. Ci sono altrettanto palesemente quelli della polizia locale, a cui vengono imposti vincoli sempre più asfissianti agli autovelox, strumenti di controllo dei limiti di velocità degli automobilisti. C’è l’ambizione di mettere un freno allo strumento delle corsie ciclabili, utilizzate in tutta Europa per incentivare la bicicletta come mezzo per la pianificazione della mobilità urbana.
Codice della Strada. O della Strage?
Per queste ragioni, e per le altre che avevamo dettagliato in questo articolo, Fiab e tante altre associazioni ambientaliste – di fronte a un allentamento dei limiti e dei controlli della velocità – hanno ribattezzato la riforma come il Codice della Strage: un riferimento alle oltre 3000 persone vittime ogni anno in Italia di violenza stradale (cui si aggiungono oltre 200mila feriti). Alle proteste e sit-in in numerose città italiane Fiab ha aggiunto una lettera aperta (qui il testo integrale) al presidente Mattarella. La firma il presidente della federazione Alessandro Tursi, che in un passaggio sottolinea l’anacronismo di un provvedimento “che ci allontana ancora di più dal resto d’Europa” e che porta “all’indietro di 40 anni, “riducendo il livello di tutela della vita umana sulla strada”.
Nelle prime versioni del testo di legge era presente anche l‘obbligo di targa e assicurazione per i ciclisti. Misura poi scomparsa (rimane invece per i monopattini) grazie anche all’opera di advocacy di Ancma, il braccio di Confindustria dedicato a cicli e motocicli, che oggi sottolinea anche, per voce del presidente Mariano Roman, “il passo in avanti rappresentato l’introduzione dello status di utente vulnerabile della strada per i motociclisti”. Tra le altre misure della riforma del Codice della. Strada, una stretta (da multe più salate a sospensioni della patente) per l’utilizzo del cellulare in auto, per la guida in stato di ebbrezza, per l’utilizzo dei monopattini elettrici. La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale segnerà, nell’arco di un paio di settimane, l’entrata in vigore della legge Salvini. Il lavoro (e la battaglia di associazioni ed enti locali) si trasferirà sul corpo delle norme attuative che fisseranno i paletti operativi della riforma Salvini.