Home mobilità ambiente L’infortunio in itinere è legge. Più tutela per chi va in bici...

L’infortunio in itinere è legge. Più tutela per chi va in bici al lavoro

3105
Foto Gionata Galloni per BC

Vedete l’immagine qui sopra? Una catasta di bici ammucchiate all’ingresso della sede milanese dell’Inail, l’Istituto nazionale per l’Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Un happening che avevamo allestito, nel 2012, per portare sulla copertina di BC il tema dell’infortunio in itinere (in italiano: la copertura assicurativa sul percorso da casa al lavoro, e ritorno). Una copertura di cui ai ciclisti era sempre stato negato, sino a ieri, il riconoscimento.

In quel 2012 aveva ripreso forza la campagna di Fiab – già portata una prima volta a Montecitorio nel 2007 – per arrivare a una legge che tutelasse tutti coloro che scelgono la bicicletta come mezzo salutare, razionale, veloce, puntuale, ambientalista per raggiungere il posto di lavoro. Sembrava, più ancora di altre, una campagna senza speranza (in quei mesi, ci raccontò la sua vana battaglia per un risarcimento la vedova del collega Pier Luigi Todisco, investito da un camion mentre pedalava come ogni giorno per raggiungere La Gazzetta dello Sport).

Invece una tenace azione di lobby – in cui Fiab è stata sostenuta anche dall’ECF, European Cyclists’ Federation – ha portato a far breccia nell’arena parlamentare, anche grazie alle concomitanti iniziative sui tempi della sicurezza per chi pedala del movimento #salvaiciclisti. La proposta di legge formulata da Diego Zardini, deputato Pd, e sostenuta dal sempre più folto drappello di parlamentari ‘amici della bicicletta’ è stato inserita nel ‘collegato ambientale’: un insieme di misure green che dovevano già essere inserite nella Legge di Stabilità del 2014; e che invece hanno visto la luce ieri, martedì 22 dicembre. Ci è rimasto dentro fino alla fine, la proposta Zardini, ed è finalmente legge. Certo, in attesa pure questa, come l’appena approvato stanziamento di 94 milioni di euro per la ciclabilità, dei decreti attuativi.

Non si fermano qui le buone notizie per chi ha a cuore la bicicletta: il ‘collegato ambientale’ prevede infatti anche una robusta iniezione di risorse, 35 milioni di euro, per le città di almeno 100mila abitanti che sosterranno iniziative come il bike to school e il bike to work; un supplemento di fondi (da aggiungere a quelli già previsti dalla Legge di Stabilità 2016, approvata proprio ieri alla Camera) sia per la sicurezza delle piste ciclabili (12,5 milioni di euro) che per la ciclovia Verona-Firenze (5 milioni di euro).

Un salto epocale, nell’interpretazione di Giulietta Pagliaccio, presidente Fiab: “Negli anni scorsi occorreva cercare nelle pieghe di altri provvedimenti se per caso ci fossero briciole per la mobilità ciclistica. Qui ci troviamo di fronte a risorse importanti con una chiara indicazione dello scopo a cui sono destinate”. Ovvia la soddisfazione in casa Fiab per il riconoscimento dell’infortunio in itinere: “è una delle nostre battaglie storiche – sintetizza Pagliaccio – ma soprattutto è un provvedimento che dà dignità e sicurezza a chi compie un gesto, andare in bici al lavoro, ancor più straordinario in questi giorni di allarme inquinamento”.