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Lisbona chiude il centro. In Europa 250 città hanno aree traffic-free

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Una via del Chiado a Lisbona che sarà presto chiusa al traffico veicolare e riservata a pedoni e biciclette.

Ztl anche a Lisbona. L’annuncio è arrivato poco prima che entrassero in vigore i provvedimenti per contenere la diffusione del coronavirus, ha comunque un forte valore politico, soprattutto in vista della fase due, quando, con gradualità, si tornerà alla vita “normale”. La zona traffic free (LEZ, Low Emission Zone) nel centro cittadino si estenderà da Baixa e Chiado e coprirà più di 4 ettari nel cuore di Lisbona che era stata eletta capitale verde 2020. Il provvedimento dell’amministrazione cittadina è in linea anche con la decisione del governo portoghese contenuta nella Strategia nazionale per la mobilità attiva in bicicletta 2020-2030, che prevede nelle città un incremento minimo dei viaggi in bicicletta del 10%. 

A Lisbona 4 ettari senza auto

Inoltre, nel 2021 si terrà nella capitale portoghese Velo-City 2021, un evento che farà della città una vetrina per la mobilità sostenibile ciclistica. Nell’Unione europea ci sono oltre 250 Low Emissions Zone, e  un numero sempre più crescente di città continua a presentare nuovi progetti per chiudere i propri centri urbani a veicoli inquinanti. Le zone a basse emissioni hanno dimostrato che le città possono svolgere un ruolo importante nel passaggio alla mobilità a emissioni zero, e che i divieti di circolazione dei veicoli diesel e benzina nelle città sono misure utili per combattere l’inquinamento da particolato e biossido di azoto. Per centrare gli obiettivi di città pulite e a zero emissioni occorre sostituire i mezzi di trasporto privati e “fossili” con biciclette e mezzi pubblici;  circa il 75% dei viaggi nell’UE è inferiore a 10 km: in questi casi il potenziale della bicicletta per sostituire i veicoli a motore è enorme.

Londra, Madrid e Berlino esempi da seguire

Tra le città che hanno raggiunto traguardi fino a poco tempo fa impensabili c’è sicuramente Londra, che ha inaugurato la sua Ultra Low Emissions Zone (ULEZ) nell’aprile del 2019: dopo l’inaugurazione dell’area traffic free nella capitale britannica, afferma uno studio della London Authority, l’inquinamento da diossido di azoto (NO2) ha subito tra luglio e settembre un taglio del 29 per cento delle concentrazioni totali rispetto a quando la ULEZ non era ancora attiva. Si è registrato inoltre anche un decremento delle emissioni di CO2 pari a circa il 4%.

La ztl di Madrid, invece, è considerata tra le più efficaci della Ue: lo dice un rapporto della federazione europea delle associazioni ambientaliste, trasporti e ambiente (T&E) secondo il quale, le emissioni di biossido di azoto sono diminuite del 32% grazie all’iniziativa. Dopo la sospensione di Madrid Central, decisa dalla giunta di centro-destra e durata circa tre mesi e poi subito ristabilita grazie ad una sentenza del tribunale, è stato sottolineato come le emissioni fossero tornate – temporaneamente – a crescere.

Infine, c’è il caso positivo di Berlino: nella principale città tedesca, la giunta guidata da Michael Müller ha applicato una LEZ in quasi tutta la città ottenendo un taglio delle emissioni di circa il 20%.