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Moduli in plastica e pneumatici riciclati: ecco come è fatta la ciclabile mOOve

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mOOve si compone di una base in plastica riciclata e di una superficie gommata composta da pneumatici tritati.

Ciclabili realizzate mettendo insieme moduli in plastica riciclata. «Un po’ come se fossero dei mattoncini Lego. In più non richiedono lavori di scavo e hanno un’illuminazione LED incorporata». Stefano Arvati, cofondatore della startup REVO, presenta a BC le caratteristiche di mOOve, un prodotto che punta a innovare il settore delle infrastrutture bike friendly e che sta incontrando l’interesse di alcune amministrazioni comunali, Roma in testa. Insieme ad Andrea Ariotti, Marco Lucci ed Elena Mancuso hanno studiato moduli che presto affronteranno la fase di prototipazione con l’obiettivo di arrivare alla fase di produzione nel giro di due anni.

I moduli di mOOve hanno dimensioni variabili a seconda che la ciclabile sia su strada urbana o extraurbana. Dai 3 ai 6 metri di lunghezza fino ai 3 metri di larghezza con due corsie, le ciclabili verrebbero composte in base alle esigenze di un’amministrazione che con il prodotto della startup – fondata a Milano lo scorso ottobre – risparmierebbe sui lavori di scavo. «Questo è l’aspetto che ci rende competitivi rispetto alla concorrenza – spiega Arvati – La struttura principale del modulo è fatta in plastica riciclata e viene adagiata al manto con dei fissaggi semplici; la parte su cui si pedala è una superficie gommata, composta di pneumatici tritati che possono essere verniciati». Contro il gelo invernale i moduli montano un sistema antighiaccio. Tra le varie applicazioni pensate per mOOve – aggiudicatosi il primo premio della 2° edizione di IDEA (Innovation Dream Engineering Award) promosso dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano – compare anche la valorizzazione dei chilometri di ferrovie dismesse diffuse in tutta Italia. «In più questi potranno essere sganciati, allargati, e se il sindaco vuole allungare una ciclabile è sempre possibile». Oltre all’ecosostenibilità, ciclabili simili avrebbero il vantaggio della tecnologia: sotto ogni modulo la startup ha trovato spazio per l’elettronica in grado di raccogliere dati sui passaggi e sulla manutenzione. «L’amministrazione saprà dove intervenire e far sostituire il segmento danneggiato». 

In cerca di finanziatori, i quattro fondatori di REVO hanno già incontrato il Comune di Roma resosi disponibile per il test del prototipo. «Vogliamo che le ciclabili non siano vissute come un costo, ma come un potenziale ricavo per la collettività. Ad esempio – conclude Arvati – le amministrazioni potranno scegliere se installare, al posto della superficie gommata, pannelli fotovoltaici adatti al passaggio di biciclette per alimentare l’illuminazione LED». Soluzione green che troverà spazio anche a Villasimius, in provincia di Cagliari, dove a maggio inizieranno i lavori di una ciclabile fotovoltaica.