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#PedalaXlaTerra, la raccolta dei rifiuti (in bici) diventa social

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#PedalaXlaTerra

La bicicletta non è soltanto un mezzo di trasporto. Con le due ruote è possibile anche comunicare un’idea di ambiente e mobilità diversi. Con questo obiettivo Elena Giardina, fondatrice del progetto Bike Therapy e giornalista siciliana, ha deciso di lanciare la campagna #PedalaXlaTerra, iniziativa con cui ogni cittadino può mettersi in gioco ogni volta che esce in bicicletta. Raccogliendo sporcizia e rifiuti dispersi nell’ambiente in maniera incivile e riciclandola correttamente. Il tutto testimoniato da uno scatto per i social, dove una buona azione può ispirarne tante altre.

Dopo le prime manifestazioni dei Fridays for Future quasi due anni fa, anche in Italia sono sbocciate iniziative di singoli e di piccoli gruppi – composti spesso da giovanissimi – che si sono rimboccati le maniche e hanno iniziato a ripulire parchi e spazi pubblici dall’immondizia. Su BC, ad esempio, vi avevamo raccontato del viaggio di Sara Sciacca, ventenne siciliana, che nell’estate del 2019 pedalò lungo le coste dell’isola per raccogliere rifiuti di plastica dalle spiagge. «La challenge – ha spiegato Elena Giardina – è rivolta soprattutto a escursionisti e ciclisti che vanno nei sentieri e che hanno il dovere di non abbandonare i loro rifiuti e di raccogliere quelli che trovano lungo il loro passaggio, per mantenere intatto gli ecosistemi che attraversano».

Ogni settimana la pagina Facebook di #PedalaXlaTerra verrà aggiornata con gli scatti caricati sui social dagli attivisti in bicicletta. Oltre a taggare la pagina è necessario inserire l’hashtag della campagna nel proprio post, così da permettere agli organizzatori di raccogliere più materiale social possibile e dare l’idea di quanto l’emergenza ambientale venga percepita dalla cittadinanza.

Nonostante la pandemia, le buone pratiche green per tutelare l’ambiente in sicurezza non si sono fermate. E, in tutto questo, il ruolo dei social ha senz’altro aiutato questa community di cittadini ambientalisti a organizzarsi. Tra i rifiuti più diffusi, i milioni di mascherine necessarie per proteggere se stessi e gli altri costituiscono un rischio per l’ambiente se non correttamente riciclate. “Se anche solo l’1% delle mascherine non venisse smaltito correttamente e disperso in natura – si legge sul sito ufficiale della campagna – questo si tradurrebbe in ben 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente. E sta succedendo”.