Quei due robot avrebbero dovuto pattugliare la ciclabile per segnalare situazioni critiche e fungere da deterrente. Acquistati nel 2019 dal Comune di Prato e realizzati dall’istituto di Bio Robotica della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa si sono invece rivelati un flop.
Costati complessivamente 170mila euro, e acquistati con i contributi della città e di Regione Toscana, i due dispositivi, vere e proprie robocam, sono rimasti inutilizzati, un piccolo esempio, come tanti nel nostro Paese, di spreco delle risorse pubbliche. «I due robottini dovevano monitorare in autonomia la pista ciclabile e interagire con la cittadinanza – ha detto il consigliere d’opposizione Tommaso Cocci -. Ma nonostante le grandi promesse iniziali, questo progetto si è velocemente trasformato in una costosa delusione per la nostra comunità».
La ciclabile lungo cui i robot in questione si sarebbero aggirati in maniera autonoma è quella lungo via Firenze a Prato. Sulla stampa sei anni fa si leggeva di un servizio operativo 24 ore su 24 e che grazie alla collaborazione con la Questura avrebbe consentito alle forze dell’ordine di prevenire crimini e raccogliere informazioni in tempo reale grazie alle telecamere in dotazione.
Al netto delle alte aspettative e di un presunto primato in Europa di videosorveglianza intelligente lungo una ciclabile, il sipario calato sui robot di Prato rappresenta una delusione. L’acquisto da parte dell’ex giunta del sindaco Matteo Biffoni ora attende di capire quale sarà un eventuale reimpiego. Posto che l’intenzione non è quella di sfruttarli per il motivo per cui erano stati acquistati, i robot potrebbero essere allora utili a scopo di ricerca?
Marco Biagioni, assessore di Prato alla transizione ecologica, ha detto: «Bisogna decidere se continuare a sviluppare questo tipo di software» magari avvisando una collaborazione il Pin – fondazione che persegue lo scopo di potenziare le capacità della Pubblica Amministrazione – dove al momento i due robot sono parcheggiati, a fare la polvere.