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Avventure in bicicletta: Giorgio Mazza, da 60 anni in giro per il mondo

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In Cile, sul Camino Longidudinal, anno 2005

Il decano dei cicloviaggiatori italiani è un lecchese classe 1938, aristocratico di modi, ingegnere di pratica, umanista di cultura, che ha iniziato a girare il mondo in bicicletta nel 1955 e non si è ancora fermato. Sulle piste di Giorgio Mazza e dei suoi viaggi solitari (dalla Patagonia all’Alaska, dall’Anatolia a Capo Nord) ci aveva messo tre anni fa Lodovico Cameroni, anima dell’associazione Fiab-Lecco Ciclabile: da una mattinata passata con Giorgio, ad ascoltarne i racconti, era nata una storia per le pagine di BC (la potete trovare a questo link), la promessa di un sequel sotto le volte di un crotto a bordo lago, e la curiosità latente di scoprire quali rotte ancora stuzzicassero il nostro Ulisse delle due ruote.

Bene, una nuova imbeccata di Lodovico, questa volta tramite i cosiddetti social, ci ha messo tranquilli: si accorciato il raggio d’azione, ritmo e rapporti si sono adeguati al battere dell’età, ma abbiamo avuto conferma che Giorgio Mazza ha scelto di festeggiare le nozze di diamante con l’avventura tornando sulla sua prima meta, il passo del Maloia, la prima frontiera passata, nel 1955 (da solo, minorenne; i doganieri chiusero un occhio).

Lo ha raccontato lui stesso alla webcam di Giorgio Oppici, un videomaker veronese che da un incontro casuale e fortunato con Giorgio ha tratto un corto (12 minuti) che potete vedere direttamente dal sito del regista.

È un video intenso e delicato, che assembla frammenti di una vita e indugia sui dettagli della prode Hannibal IV, la bicicletta che Giorgio arma con maniacale precisione alla vigilia di ogni viaggio. Ed è emblematica la storia dell’incontro tra il regista e il ciclista, come la racconta Oppici: è a cena in una locanda in Valdadige, il gestore, suo amico, gli mostra a fine serata una bicicletta speciale e gli racconta del singolare ospite che ha fatto tappa, Oppici ci pensa su la notte, si ripresenta al mattino di buon’ora e ‘in diretta’, prima che Giorgio riparta, si fa raccontare e gira il video.

È un incontro perfettamente in linea con i mille che hanno accompagnato i viaggi di Giorgio, le amicizie e i legami nati sulle strade del mondo (li raccoglie anche su un sito dedicato, assieme a cartine e appunti dei suoi viaggi). Se davvero un giorno si potesse assegnare alla bicicletta il Nobel per la pace (è la proposta di Bike 4 Truce rilanciata dalla trasmissione Rai Caterpillar), sarebbe lui, ambasciatore delle due ruote, in viaggio con le bandierine degli stati del mondo dipinte a mano e appese alla sua bici, un perfetto candidato per il ritiro della pergamena.