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Tour de France: 100 anni dopo a Pordenone è ancora il giorno di Ottavio Bottecchia

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Ottavio Bottecchia al Tour de France 1924

Il Tour de France e Bottecchia. Anno 1924, un secolo fa. La sesta tappa, la Bayonne-Luchon, 326 chilometri e quattro colli pirenaici: Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde. E’ qui che Albert Londres su Le Petit Parisien definì i corridori “i forzati della strada”: “La fatica – scriveva Londres – sta dando loro il colpo di grazia: procedono tutti lentamente, ma a testa bassa, come il bue che si appresta a ricevere l’ultimo colpo del macellaio”. Tutti derelitti tranne uno: “Appena un po’ più in là intravedo qualcosa che avanza: è il naso di Bottecchia. E siccome dietro quel naso segue tutto il resto di Bottecchia, ho finalmente acciuffato il corridore. Avanza a falcate, preciso come il bilanciere di un pendolo: sembra l’unico che non faccia sforzi superiori alle sue possibilità”.

Ottavio Bottecchia: cento anni dalla sua prima maglia gialla (l’altra nel 1925), conquistata la prima tappa e indossata fino al traguardo dell’ultima sommando un vantaggio di oltre 35 minuti sul secondo. Per celebrarlo, l’Associazione culturale Ottavio Bottecchia di Pordenone ha organizzato A vae mi… 100 volte Bottecchia, tre giorni di eventi per un uomo di poche parole e molte pedalate, di valorosi trionfi e misteriosa morte. In quel “a vae mi”, c’è tutto Bottecchia: quando decideva di lasciare il gruppo o i compagni di fuga, sentiva quasi il dovere di avvertirli, come per scusarsi. Io vado. E andava. Lo avrebbero rivisto solo all’arrivo.

Oggi il via con la partenza di una ventina di ciclostorici, maglie di lana e bici di ferro, dal velodromo Bottecchia di Pordenone. Tre giorni, tre tappe, l’arrivo domenica 9 ancora al velodromo.

Si continua domani, sabato 8, la partenza fra le 8 e le 9.30, sempre dal velodromo, stavolta si tratta di una manifestazione di due giorni e due tappe, con le gravel; e alle 15 una pedalata per famiglie, quindi con i bambini, in collaborazione con la Fiab Pordenone Aruotalibera; intanto nel Palazzo Gregoris c’è una mostra in cui si illustrano vita e carriera di Bottecchia, con pannelli storici, ritagli di giornali e riviste, fotografie e caricature, riproduzioni di bici e maglie dell’epoca; alle 17.30, al Cinemazero (piazza Maestri del Lavoro 3) Claudio Gregori (autore della biografia “Il corno d’Orlando”, 66thand2nd) racconta la storia di Bottecchia, da isolato a professionista, da gregario a campione, dalla miseria alla ricchezza; alle 18.30, sempre nel Cinemazero, la proiezione del docufilm Ottavio Bottecchia, el furlan de fero, con il regista Franco Bortuzzo, giornalista della Rai; infine alle 21.30, nel velodromo, lo spettacolo teatrale 1924 – Ottavio e la strada con il gruppo Amici di Cesco.

“A vae mi… 100 volte Bottecchia” si conclude domenica 9 con un bici+treno: ma il treno è storico, a vapore. Alle 7 il ritrovo al velodromo, alle 7.30 la partenza in bici verso la stazione, alle 8 la partenza sul treno, destinazione Gemona, quindi una pedalata di 30 chilometri fino al cippo di Peonis, poi il ristoro e il rientro, sempre con la Fiab Pordenone Aruotalibera. E non è tutto. Alle 8 un’altra gravel dal velodromo, la mostra sempre aperta, tra le 15 e le 16 l’arrivo di tutti i pedalatori, l’ultimo appuntamento è l’inaugurazione del mosaico in onore di Bottecchia. E se vi prende il gusto, e volete proseguire nei giorni successivi, in questo articolo una piccola selezione di itinerari bike da scoprire in Friuli Venezia Giulia.