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Tavolo di lavoro sulle città 30: la proposta delle associazioni bike friendly a Salvini

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salvini città 30

«Ricordo al sindaco e al Pd che a Milano la gente vorrebbe anche andare a lavorare». Non proprio un endorsement quello pubblicato in un post su Twitter dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che ha scelto di commentare così l’approvazione in consiglio comunale di un un ordine del giorno in cui si chiede alla Giunta e al primo cittadino, Beppe Sala, di trasformare Milano in una città 30 dal 2024. In un’ottica però costruttiva la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta insieme ad altre associazioni bike friendly ha inviato al segretario della Lega una lettera, chiedendo l’apertura di un tavolo di lavoro in sede ministeriale per discutere sul tema della riduzione del limite di velocità in città in un’ottica di sicurezza stradale per tutti gli utenti.

«L’istituzione delle Città 30 è il provvedimento più innovativo ed efficace per contrastare l’incidentalità sulle strade urbane, in quanto coniuga una drastica riduzione delle stragi stradali, l’integrazione tra le diverse composizioni modali di trasporto, il rispetto degli impegni climatici, il miglioramento della vivibilità, oltre che una significativa fluidificazione del traffico», spiegano Fiab insieme a Asvis, Kyoto Club, Vivinstrada, Ancma, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi e Amodo.

Per ragionare sull’opportunità di introdurre misure come quelle sulle città 30 a Milano, così come altrove, è fondamentale partire dai numeri. Le associazioni ribadiscono infatti che «con una media di 561 feriti e 7,9 vittime ogni giorno, una ogni tre ore, soprattutto in ambito urbano, gli incidenti stradali attualmente sono in Italia la prima causa di morte per i giovani, oltre a essere la prima causa di morte del lavoratore in itinere».

A Milano l’introduzione della zona 30 su buona parte delle vie necessita ora di un passaggio da parte della Giunta, che dovrà approvare un provvedimento in tal senso per renderlo effettivo. Nel frattempo un’altra città in Italia sta lavorando in parallelo: Bologna, infatti, sarà la prima città 30 a partire dalla metà del 2023.