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Aracataca, su RaiPlay Jovanotti dall’Ecuador alla Colombia

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Jovanotti con la sua bicicletta speciale realizzata per il viaggio. A pieno carico pesava 50 chili.

Aracataca è una cittadina della Colombia dove è nato Gabriele Garcia Marquez. Per molti è la leggendaria Macondo del suo Cent’anni di solitudine anche se nell’incipit del romanzo Gabo la descrive come “un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito”.

Aracataca, 22 episodi per 3500 chilometri

Jovanotti davanti a un murale di Aracataca che ritrae Gabriel García Márquez

Aracataca è anche il titolo del cicloviaggio di Jovanotti, dall’Ecuador alla Colombia, affidato alla piattaforma di RaiPlay. Ventidue episodi – come gli arcani maggiori dei tarocchi che lo hanno accompagnato tappa dopo tappa – di una quindicina di minuti l’uno che raccontano un viaggio di 3500 km, tra gennaio e febbraio, dalle Ande all’Amazzonia, con 50mila metri di dislivello, tra cascate e deserti, pueblos e città, musica, fatica e strade sbagliate. Non voglio cambiare pianeta 2 il sottotitolo che riprende quel Non voglio cambiare pianeta con cui Jovanotti aveva battezzato, nel 2020 il suo primo cicloviaggio in America Latina tra Cile e Argentina, documentato in 16 episodi.

Anche questa volta Lorenzo – che a BC ha raccontato la sua passione per la bici e i viaggi anche in solitaria– ha girato tutto da solo, con un action camera e un telefonino e la serie è stata poi montata e diretta in seguito, scandita da una colonna sonora totalmente originale che il cantante ha scritto, suonato e interpretato personalmente.

Un lavoro importante, in fase di preparazione, quello sulla bicicletta che, a pieno carico arrivava pesare qualcosa come 50 chili. Ne è uscito un modello unico interamente in acciaio per garantire resistenza e possibilità di intervento (“Un fabbro per saldare lo si trova sempre “) con manubrio drop dotato di prolunghe per alzare il baricentro e la sola forcella in carbonio. Originale e coraggiosa anche la scelta di affidarsi a una monocorona.