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Cagliari, vietato legare bici a pali. Ricorso Fiab al Tar: in città mancano rastrelliere

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Fiab Cagliari ha fatto ricorso al Tar della Sardegna contro il nuovo regolamento sulla sicurezza e polizia urbana nel quale si vieta di legare le biciclette a pali e altre infrastrutture pubbliche. Le multe possono arrivare fino a 500 euro. Si tratta di uno dei problemi più diffusi nelle città italiane: in assenza di rastrelliere e parcheggi sicuri tanti ciclisti non hanno alternative per assicurare il proprio mezzo. Così accade anche a Cagliari, dove l’associazione ha infatti fatto presente che una misura così draconiana avrà l’effetto non tanto di migliorare il modo in cui le persone parcheggiano le bici, ma di scoraggiare l’utilizzo di quest’ultima per paura dei ladri.

Attraverso una mappatura dettagliata della città Fiab Cagliari ha mostrato che in città le rastrelliere sono davvero poche. Nel ricorso, presentato dagli avvocati Angela Franca Fenu e Renato Lai, entrambi soci della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, si spiega che la misura che sanziona con multe salate chiunque parcheggi la bici legandola ai pali va in direzione opposta rispetto al Piano urbano della mobilità sostenibile adottato dallo stesso Comune, con obiettivi ambiziosi come la “promozione e introduzione di mezzi a basso impatto inquinante” e il “miglioramento della mobilità per le persone a basso reddito”.

Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, ha argomentato le ragioni dell’amministrazioni nella scelta di multare chi lega le bici ai pali. «Abbiamo applicato nel regolamento quello che prevede il Codice della Strada: la bicicletta non può sostare sui marciapiedi e non può essere d’intralcio ai pedoni».

A BC ha parlato Virgilio Scanu, presidente dell’associazione locale Fiab «Dispiace tanto sentire il sindaco Paolo Truzzu rispondere in questo modo alle nostre argomentazioni». Rispetto al nodo parcheggi ha poi aggiunto: «Noi tutti abbiamo l’esigenza di poter legare la bici a delle infrastrutture presenti in strada». Scanu ha poi fatto notare un elemento che riguarda il bike sharing cittadino. «Per il posizionamento della postazioni del bike sharing, progetto comunitario cofinanziato dall’amministrazione comunale, le hanno posizionate, quelle sì, quasi tutte sui marciapiedi, anche irregolari rispetto a quanto dice il Codice della Strada, e in molti casi arrecando difficoltà ai pedoni e a persone con disabilità. Sapete per quale motivo? Per non togliere nessun parcheggio alle auto».