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Milano, in mille alla manifestazione a Piazzale Loreto per ricordare Veronica. “Basta morti in strada”

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Foto di Andrea Cherchi

Dopo la morte di Veronica, 38enne investita il primo febbraio da un conducente di un mezzo pesante a Milano, in molti si sono mobilitati per chiedere una reazione da parte della politica e dell’opinione pubblica. A Piazzale Loreto, venerdì 4 febbraio, erano in mille alla manifestazione a piedi e in bicicletta per ricordare una donna che ha lasciato un compagno e due figli. Le immagini del sit-in dimostrano l’interesse crescente verso l’emergenza di sicurezza stradale che anche su BC denunciamo da tempo.

https://twitter.com/laura_carpen/status/1621945752753786880

La manifestazione per Veronica ha bloccato parte del traffico a Piazzale Loreto. Tra le associazioni c’era anche una delegazione della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, con il consigliere nazionale Valerio Montieri, il quale ha ribadito quanto sia importante rendere più sicuri gli spostamenti per ciclisti e pedoni nelle città. Come è stato confermato dalle telecamere, Veronica è stata uccisa da un conducente di un mezzo pesante che voleva svoltare a destra e non ha visto la donna, investendola.

https://twitter.com/correntere/status/1621903718399492099

Il messaggio del sit-in milanese non è molto diverso da quello che di recente è stato lanciato nella vicina Pavia, dove una manifestazione organizzata da Fiab con mille partecipanti ha ricordato Daniele, 49enne investito in bicicletta. Queste sono le richieste: “Città a 30 km/h, limitazioni e requisiti di sicurezza per i mezzi pesanti e strade scolastiche davanti a ogni scuola”, sul modello di altre realtà europee che impongono ai conducenti anzitutto di rallentare e guidare con particolare attenzione agli utenti attivi della strada.

Milano ha scelto di intraprendere una percorso ambizioso, approvando a inizio anno un ordine del giorno con il quale il Consiglio Comunale chiede alla Giunta di impegnarsi per trasformare il capoluogo lombardo in una città 30. Patente che necessita di comunicazione, ma soprattutto di infrastrutture, sanzioni e limitazioni concrete a chi spinge sull’acceleratore. Ancora molto deve essere fatto, come hanno dimostrato le ciclabili umane organizzate in tutta Italia  – anche a Milano – per far diventare le strade sicure per le persone.