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Mobilità ciclistica: incamerata la legge, adesso in pressing al Senato

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Approvata ieri all’unanimità, alla Camera dei Deputati, la Legge quadro sulla mobilità ciclistica. Una data, questo martedì 14 novembre, che resterà negli annali a Montecitorio: per aver portato al centro dell’aula, per un giorno, temi e parole care al mondo della bicicletta; e per l’approvazione a pieni voti di un provvedimento che era rimasto troppo a lungo arenato nelle secche delle commissioni parlamentari.

Il traguardo corona un decennale impegno di Fiab, l’iniziativa di un gruppo di parlamentari amici della bicicletta (il testo ha come primo firmatario Antonio Decaro) e la tenacia del relatore della legge Paolo Gandolfi nel portarla al voto superando le mille insidie dell’iter parlamentare.

Che si tratti di un provvedimento storico è chiaro già dall’incipit: la legge, recita l’art. 1, “persegue l’obiettivo di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo quotidiano sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative”. Il testo fissa poi le coordinate (art. 3) per un “Piano generale della mobilità ciclistica”; dedica un intero articolo (il 4) alla “rete ciclabile nazionale denominata Bicitalia”, a cui Fiab lavora da oltre 10 anni. Individua strumenti concreti nei ‘Piani regionali della mobilità ciclistica’ e – per comuni e aree metropolitane – nei Biciplan. Promuove la riconversione a fini cicloturistici delle ferrovie dismesse o in disuso.

Non è ancora legge vigente. Perché lo diventi, è necessaria l’approvazione al Senato. Non è detto che avvenga nei tempi stretti di questa Legislatura, che finirà a metà marzo 2018 (è da oggi il pressante impegno di chi ha spinto e lavorato per questo testo). Purtroppo l’Italia, tra i tanti primati, può vantare quello dello spreco di produzione normativa, delle troppe leggi lasciate a metà.

Va detto anche che la Legge quadro sulla mobilità ciclistica, essendo stata approvata da un ramo del parlamento, potrà riprendere tal quale l’iter entro sei mesi dalla costituzione del nuovo parlamento. A quel punto, però, sarà nelle mani delle nuove maggioranze parlamentari uscite dal voto.

Intanto, emozione e soddisfazione palpabile in casa Fiab: “è un passaggio a dir poco epocale – ha dichiarato a caldo la presidente Giulietta Pagliaccio – esser riusciti a portare in parlamento la discussione di una legge sulla mobilità ciclistica.”

Anche per il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio (a cui si devono gli importanti finanziamenti per il cicloturismo), intervenuto nella discussione, “oggi si celebra soprattutto un fatto culturale: lo Stato assume pienamente la pianificazione della mobilità ciclistica, insieme alle Regioni.  Esattamente come il sistema autostradale o il sistema ferroviario, con questa legge la ciclabilità fa parte di una strategia di mobilità che diventa prioritaria nei centri urbani e  per lo sviluppo del turismo nel nostro Paese”.