Omicidio al Tour de France: c’è un killer che si aggira per la Grand Boucle turbando i sonni di gregari e campioni. Non è il Tourmalet con le sue pendenze che hanno ucciso più di un sogno di gloria, e
Omicidio al Tour de France di Jorge Zepeda Patterson, (Piemme) una delle penne emergenti della letteratura sudamericana contemporanea, si cimenta per la prima volta con un genere, il poliziesco, e lo fa con ottimi risultati. Ne esce un racconto che ti trascina fin dalla prima pagina, dalla presentazione del protagonista, Marc Moreau, gregario di razza che potrebbe essere capitano di qualsiasi altra squadra, totalmente votato però al suo amico e capitano Steve Panata, gran favorito della corsa.
Omicidio al Tour de France: thriller e ciclismo
Un campione atipico Panata, americano, ricco, dotato di un immenso talento, circondato da sponsor che non lo mollano un secondo e da una fidanzata bellissima, un top model da fare invidia alle wags del gran circo del calcio.
È a Moreau, con un brave passato in polizia, che si rivolge il commissario Favre per fare chiarezza su stranissimi incidenti che hanno, fin dall’inizio della corsa, pesantemente condizionato le possibilità di vittoria dei due principali rivali di Panata, l’inglese Stark e il colombiano Cuadrado: aggressioni, una caduta collettiva provocata da un gruppo di fan troppo esuberanti, un suicidio dai lati troppo oscuri.
Zepeda Patterson si muove agilmente lungo le 360 e passa pagine del libro, in un romanzo che riesca ad accontentare sia i lettori di gialli, sia gli appassionati di ciclismo. E non succede spesso.
Omicidio al Tour de France, per le sue caratteristiche, è stato paragonato ai romanzi di Agatha Christie: c’è un assassino da trovare, tanti sospetti e tanti moventi, un ambiente chiuso in cui cercare.
Un romanzo che corre veloce, intrecciando la suspense per le indagini a quella per l’esito finale della corsa che vedrà contendersi il podio sotto l’Arco di trionfo Panata e il suo fido Moreau.