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#CodiceDiSicurezza: parte la campagna Fiab per nuove regole sulla strada

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Strade sicure. Per tutti. Aggiornata la triste contabilità dei morti sull’asfalto, che unisce ciclisti (non si è ancora spenta l’emozione per la scomparsa del professionista Michele Scarponi) e pedoni, ma anche automobilisti e motociclisti, Fiab, Federazione Italiana Amici della Bicicletta, prende l’iniziativa. E lancia oggi, 12 maggio, la campagna #CodiceDiSicurezza che punta a ottenere nuove regole sulla strada, a partire dalla necessaria riforma del Codice della Strada, ferma in Parlamento da oltre due anni.

Un laccetto bianco sul veicolo (bici o auto che sia), una foto sui social per moltiplicare la sensibilità sul tema, una lettera ai presidenti di Camera e Senato per sollecitare la ripresa dell’iter legislativo sono i primi strumenti messi in campo (leggete qui come aderire). A dar corpo alla campagna, nelle prossime settimane, saranno tante iniziative locali, in bicicletta, sui territori dove agiscono le oltre 140 associazioni che Fiab federa, e che due settimane fa hanno votato all’unanimità la “Dichiarazione di Monza sulla sicurezza stradale” (da questa pagina potete scaricare il testo integrale).

Dopo il voto favorevole alla Camera, la legge di riforma del Codice della Strada, che raccoglie alcune istanze avanzate – anche da Fiab – a difesa degli utenti più deboli della strada è insabbiata al Senato. Un lavoro che rischia di essere perduto se si arrivasse a fine legislatura senza l’approvazione definitiva.

Fiab ricorda, nel lanciare la campagna, che nel conto degli incidenti stradali al dolore delle vittime e delle loro famiglie si aggiungono costi, umani e sociali, calcolati in oltre 23 miliardi di euro all’anno. “è necessario ripensare la mobilità – si legge sul manifesto di lancio della campagna #CodiceDiSicurezza – partendo dagli anelli più deboli della catena”.

Altrimenti, e riprendiamo un post di Giulietta Pagliaccio, presidente Fiab, “in tema di sicurezza continueremo a sorbirci campagne che puntano al dito del ciclista invece di guardare la luna”.