Mobilità sostenibile, la Germania rallenta? Il paese che più di tutti sembrava aver intrapreso con decisione la strada della limitazione del traffico nelle aree urbane, lo sviluppo delle piste ciclabili e delle aree car-free vede crescere il malcontento di quanti si sentono privati di un diritto per loro fondamentale: quello di sedersi in macchina, ingranare la marcia e arrivare sul posto di lavoro o davanti alla scuola dei figli. Questo almeno secondo quanto scrive il settimanale Der Spiegel riportato sul numero 1560, del 26 aprile, di Internazionale.
Mobilità sostenibile, politici d’assalto
A Giessen, 94mila abitanti, capitale dell’Assia il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso di alcuni cittadini contro la nuova circonvallazione a quattro corsie che riservava le due centrali solo a bici e mezzi pubblici. Il comune ha dovuto smontare tutto, cartelli, segnaletica orizzontale, semafori e riportare tutto allo stato precedente. Ma un po’ dovunque, da Berlino a Hannover a Monaco “ogni volta che nei consigli comunali tedeschi – scrive Lukas Kissel – cerca di limitare il traffico scoppiano liti, qualcuno di rivolge ai tribunali e i cittadini protestano”.
In altre parole se tra chi si occupa di urbanistica e di trasporti le scelte sono quasi obbligate viste anche le emergenze climatiche, a livello politico – ci aveva già provato l’estrema destra – c’è chi cavalca i malcontenti degli automobilisti, sperando in qualche premio elettorale. Succede a Berlino dove il nuovo governo che ha vinto le elezioni proprio puntando sul malcontento degli automobilisti ha riaperto al traffico la centralissima Friedrichstrasse e bloccato la costruzione di nuove ciclabili.
Anche ad Hannover le cose non si mettono bene per chi vuole una città meno autocentrica. Nella capitale della Bassa Sassonia, a novembre, la giunta rosso-verde si è spaccata perché il sindaco ambientalista avrebbe voluto pedonalizzare tutto il centro, trovandosi però contro i suoi alleati che, alla fine, hanno abbandonato la coalizione. Secondo l’esperta di sosteniblità e transizione Karoline Augenstein, scrive ancora Der Spiegel, il motivo di questo scontro è dovuto al fatto che fino a oggi il tema della mobilità sostenibile è stato sviluppato tutto all’interno degli esperti del settore. “Ora invece – dice – siamo arrivati al punto critico in cui si tratta di allargare il campo e coinvolgere più persone”. Insomma la strada, anche se segnata è ancora lunga e richiede un vero cambiamento culturale che deve ancora arrivare. Lo testimonia un sondaggio realizzato dall’istituto Civey secondo il quale il 57% degli intervistati è contrario a nuove aree 30 nei centri urbani.