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La speranza correva a sinistra: quando Marx batteva Merckx

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Una lunga cronaca familiare fiorentina che diventa una chiave con cui leggere la Storia d’Italia, quella del dopoguerra, del boom economico prima, delle grandi speranze e delle altrettanto grandi delusioni dopo.

La speranza correva a sinistra (Ediciclo), di Franco Quercioli è un bel romanzo di formazione che ruota intorno a due passioni, la politica e la bicicletta che si intrecciano nella vita e nelle esperienze di Franco, ragazzo del primo dopoguerra in un’Italia divisa tra Coppi e Bartali, maestro elementare che trova in Giorgio La Pira e don Lorenzo Milani due capisaldi della sua crescita di uomo e di cittadino.

Poi, nella lunga stagione del ’68, quando Marx contava più di Merckx, negli anni di piombo del terrorismo e delle stragi, le maglie colorate dei campioni sono solo rare parentesi, fino alla morte di Berlinguer che, simbolicamente mette la parola fine a una speranza che correva a sinistra. Due passioni si identificano in un nome, in una comune radice: Vinicio, il padre, che nell’agosto del ‘43 promise al figlio, Franco, che aveva appena tre anni, una “bicicletta Rossa”…