Contro l’evidenza delle cose ha vinto la logica dello schieramento. E così la Camera ha dato ieri il suo via libera al decreto di legge di riforma del Codice della strada. È un fortemente voluto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini e fortemente contestato dalle associazioni ambientaliste impegnate sul fronte della mobilità (Fiab in testa), dalle associazioni delle vittime della strada e dalla società civile. In aula 163 voti a favore, 107 i contrari, che si sono visti respingere tutti gli emendamenti. Nel Paese, oltre 20mila email inviate ai parlamentari e oltre 12mila direttamente alla presidente Meloni. E ora, quello che è stato ribattezzato Codice della Strage passa all’esame del Senato dove si concentrano le attenzioni del largo fronte di oppositori al provvedimento. Trovate qui il link al sito codicedellastrage.it che spiega tutto ciò che non va nel testo in discussione, e come fare per far sentire la propria voce.
Sì, contro l’evidenza delle cose. Perché questo ddl riduce l’efficacia delle sanzioni al traffico motorizzato e a chi ne viola le regole. Lo fa rendendo più complicata, per i Comuni, la creazione di zone a traffico limitato, la realizzazione di corsie e piste ciclabili, le misure per la riduzione della velocità. Di contro, se il ddl non verrà modificato al Senato, saranno ridotte le sanzioni per chi viola i limiti di velocità; e i neopatentati potranno guidare macchine più potenti e veloci di quelle attualmente concesse. Da un quadro così desolante si discostano solo gli articoli che rinforzano le sanzioni per chi guida sotto l’effetto di alcool o droghe, o con lo smartphone in mano. “Ma è – fa notare Andrea Colombo di Innovazione Urbana – un approccio tutto repressivo, sull’onda di casi mediatici, mentre peggiora la prevenzione delle principali cause degli incidenti”.
Da Bologna in questi giorni arrivano numeri che dimostrano l’efficacia del passaggio a 30 all’ora come standard di velocità sulle strade urbane (i 50 restano come eccezione nei grandi assi viari). Ma meno confortanti arrivano i dati di una rilevazione di AutoScout24, portale di compravendita auto, sul gradimento di alcune norme della riforma del Codice della Strada. Vero che il 57% degli italiani si dichiara contrario alle nuove concessioni ai neopatentati. Ma il 70% delle opinioni espresse accoglie con favore la stretta sugli autovelox. Che sono visti come un modo per i comuni di ‘far cassa’ a spese dei contribuenti. È una fake news facilmente confutabile: i proventi che derivano dalle multe per eccesso di velocità sono per legge (lo stesso codice della strada) “destinate interamente al miglioramento della sicurezza stradale”. Ma da noi fa gioco crederci. E applaudire i vandalismi dei Fleximan di turno.