La malavita che al Nord non esiste l’avevamo lasciata alle dichiarazioni avventate della politica. Nel frattempo i beni – tra immobili e aziende – “definitivamente sequestrati” al 30 settembre 2015 nella sola Lombardia, secondo i dati disponibili sul sito dell’ANBSC (Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata), ammontavano a 1266, cifra da maglia nera tra le regioni del nord, quinta a livello nazionale. Ma proprio a Milano, tra i 161 beni sottratti, la Ciclofficina Zona Loreto al civico 5 di via Paisiello onora l’alloggio con lezioni di bicicletta ai giovani detenuti del carcere Beccaria.
Inaugurata da pochi giorni, la Ciclofficina ha preso sede in un immobile sequestrato alla criminalità organizzata a 800 metri da Piazzale Loreto, snodo del traffico urbano milanese. Ad alzare la serranda i volontari di A.G.V Onlus, tra cui uno navigato nella manutenzione delle due ruote, che, affiancati da operatori del Comune di Milano, accompagneranno gruppi di giovani detenuti del penitenziario Beccaria e altri coetanei cresciuti in condizioni di disagio attraverso un percorso ecosostenibile di reinserimento. Dalla camera d’aria, ai morsetti fino ai cambi, la cura e la riparazione della bicicletta si confermano momenti di aggregazione sociale, occasioni in cui i giovani che hanno sbagliato ottengono una chance per rimettersi in sella.
“Ciclofficina Zona Loreto” è un esempio di come beni e immobili confiscati alla malavita possono cambiare non solo il nome sul campanello e l’intonaco, ma anche la loro funzione sociale. Manifestazioni di sostegno sono arrivate dalla giunta Pisapia per voce degli Assessori Granelli (Sicurezza e coesione sociale), Maran (Mobilità) e Majorino (Politiche Sociali), tutti convinti che una ciclofficina in più non faccia che bene a Milano, dove cresce la voglia di bicicletta, dove il bike sharing ha appena “spento” 279 candeline (leggi stazioni di noleggio).