Fiorenzo Magni, una vita difficile. Cent’anni fa, il 7 dicembre 1920, nasceva a Vaiano, ieri in provincia di Firenze, oggi di Prato, uno dei grandi del ciclismo non solo italiano. Un corridore dal palmares straordinario (tre Giri d’Italia, tre Giri delle Fiandre, tre maglie di campione d’Italia solo per citare i più prestigiosi) che ha vinto molto e che avrebbe potuto vincere ancora di più, se non si fosse trovato sulla strada due mostri sacri come Gino Bartali e Fausto Coppi.
Fiorenzo Magni, il Terzo Uomo
Per questo, per tutti, Fiorenzo Magni fu, oltre che il Leone delle Fiandre, il Terzo Uomo. Un combattente nato, capace di finire un Giro d’Italia al secondo posto con una spalla fratturata, affrontando le salite più dure con una camera d’aria stretta tra i denti, ma un combattente anche della parte sbagliata. Dopo l’8 settembre aderisce alla Repubblica sociale e viene accusato di aver preso parte alla battaglia di Valibona, dove muore Lanciotto Ballerini, uno dei comandanti partigiani più popolari in Toscana.
Finita la guerra Magni fu processato e assolto, in parte per mancanza di prove certe, in parte per l’amnistia Togliatti. A testimoniare in suo favore ci fu Alfredo Martini, toscano come lui, e come lui corridore, ma schierato con le brigate partigiane. Certo è che la fama di fascista Magni se la portò dietro tutta la vita. Nel ’47 quando il Giro passa dalla sue parti tentano più volte di aggredirlo, nel ’48 quando si presenta in maglia rosa al Vigorelli di Milano l’intero velodromo lo fischia pieno di rabbia.
Due libri per saperne di più
Per capire di più di questa travagliata vicenda, di cui Magni non ha voluto mai più parlare, ci sono due libri che, sulla base di documenti dell’epoca, ricostruiscono tutta la vicenda e permettono di rileggere sotto una nuova luce la storia umana e sportiva del Leone delle Fiandre. Il primo Pedalare (Rizzoli),di John Foot, scrittore e storico inglese specializzato in storia italiana, il secondo Il caso Fiorenzo Magni. L’uomo e il campione nell’Italia divisa (Ediciclo), finalista al Bancarella Sport, scritto da Walter Bernardi, ciclista appassionato, per anni preside della Facoltà di filosofia di Arezzo e firma di lusso di BC.