Dopo il taglio di fine anno alle risorse per le ciclabili urbane, tocca ora ai fondi per le ciclovie turistiche. Un taglio robusto da 400 milioni di euro che suona a conferma di un orientamento tutt’altro che bike friendly del governo Meloni. Un taglio che arriva, per emblematica coincidenza, nel pieno di vacanze estive in cui il cicloturismo sembra avviato a battere i record stabiliti nel 2022: 33 milioni di presenze, pari al 4,3% di quelle totali registrate in Italia, per un impatto economico diretto di 4,1 miliardi di euro, secondo l’osservatorio Isnart. Il taglio di 400 milioni riguarda in maniere specifica le risorse del Pnrr destinate alle nuove ciclovie turistiche di lunga percorrenza che fanno parte della rete Bicitalia.
La motivazione ufficiale dietro alla quale il governo si trincera è il ritardo di alcune Regioni nelle fasi di appalto e progettazione. Ma il taglio dei fondi per le ciclovie turistiche finisce per mettere a repentaglio anche progetti già in marcia e perfettamente in linea con le scadenze imposte dal Pnrr. E tra queste vi sono importanti ciclovie della rete Bicitalia nei loro tratti sui territori di Veneto ed Emilia-Romagna. Questi Enti sono in prima fila nel guidare la protesta espressa in una riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni.
Il Veneto è al lavoro tra l’altro sulla Venezia-Trieste, sulla VenTo e sulla Ciclovia del Garda. Per voce di Elisa De Berti, assessora regionale ai Trasporti, garantisce di essere “assolutamente in grado di rispettare i tempi, appaltando i lavori e assegnando tutti i lotti entro il 31 dicembre”. E si oppone con forza al definanziamento, “se a questo non corrisponderà una pari compensazione con altre fonti di finanziamento”. Attacca il governo anche il suo pari ruolo emiliano Andrea Corsini: “tagliare i fondi del Pnrr per le ciclovie nazionali è un fatto molto grave che penalizza chi sta lavorandoci da tempo ed è nei tempi per chiudere i cantieri entro il 2026”. Per la Ciclovia del Sole, che vede l’Emilia-Romagna in prima fila, fondi dimezzati: un taglio di quasi 9 milioni sui 18 previsti.
Sul piede di guerra anche le associazioni che si occupano di mobilità sostenibile e ambiente. Un cartello composto da Fiab, Legambiente, Clean Cities Campaign, Milano Bicycle Coalition, Isde Italia Associazione Medici per l’Ambiente, Fondazione Michele Scarponi, hub.mat, Salvaiciclisti ha rivolto ieri un appello – i dettagli qui sul sito di Fiab, la Federazione italiana Ambiente e Bicicletta – lamentando che con i nuovi tagli “sarà inevitabile un ulteriore rallentamento del processo di trasformazione della mobilità italiana che andrà a ripercuotersi negativamente anche sul cicloturismo”. Tra le loro richieste “l’individuazione di una copertura economica con altre fonti di finanziamento per permettere alla rete Bicitalia di procedere secondo previsioni”. E la proposta di destinare i fondi Pnrr inutilizzati per le ciclovie turistiche “a progetti di piccole dimensioni destinati ai Comuni per realizzare infrastrutture ciclabili casa-scuola”.