Risicata, ma è maggioranza. Stando a un recente sondaggio condotto da Quorum/YouTrend per Sky Tg24, il 51% degli italiani è favorevole alla portare il limite di velocità a 30 all’ora in città. Una riconversione che Bologna ha iniziato questo mese, e che la porterà nel gennaio 2024 ad essere la prima grande Città30 d’Italia. Il quesito di YouTrend, più prudentemente, ha chiesto di esprimersi sul porre il limite su alcune strade locali (e non quindi sul complessivo disegno urbano); ma è interessante notare, oltre al consenso maggioritario sul punto, anche il fatto che si tratta di un orientamento bipartisan: favorevoli più o meno con le stesse percentuali verso i 30 all’ora in città gli elettori di centrodestra e del Partito democratico.
Nel rilanciare gli esiti del sondaggio, Fiab, la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, impegnata in prima fila sul tema delle Città 30, sottolinea proprio il carattere trasversale della richiesta di maggiore sicurezza sulle strade urbane. “Un tema sentito da tutti – evidenzia a commento del dato – dal momento che l’Italia detiene il primato in Europa per numero di morti in ambito urbano, dove avviene il 70% di tutti i sinistri”. Questo mentre, ricorda Fiab, “la moderazione della velocità è di fatto la grande assente dal disegno di legge Salvini di modifica del Codice della Strada”.
Fiab aveva già portato all’attenzione i 10 punti della proposta governativa di modifica del codice della strada che colpiscono la mobilità sostenibile. Forte anche dei dati Quorum/YouTrend, rinnova la richiesta di stralciare questi 10 punti dal provvedimento. “Le statistiche dimostrano chiaramente che la prima causa della strage stradale è la velocità in ambito urbano e questo sondaggio certifica che gli italiani lo hanno compreso – afferma il presidente Fiab Alessandro Tursi, che rivolge poi un appello “al Governo, alla premier Meloni e al ministro Salvini, oltre che alla maggioranza tutta, affinché ne prendano atto e agiscano per portare a 30 km/h il limite di velocità in città, tutelando così il diritto alla vita e alla salute delle persone”.