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Pendolari, va sempre peggio. Così si frena anche l’intermodalità

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A quanto pare non è un luogo comune: nel nostro Paese i treni arrivano spesso in ritardo. Secondo l’ultimo studio di Altroconsumo, i convogli per i pendolari ritardatari sono aumentati del 6% rispetto al 2015. Una situazione che ha forti ripercussioni su un nuovo modello di mobilità, a cominciare, ad esempio, dalla intermodalità.

Per realizzare questa ricerca sono state monitorate in tutto 2576 corse locali di nove stazioni ferroviarie in dieci giorni, dislocate tra Milano, Roma e Napoli, aspettando i treni al binario di arrivo. Nello specifico, il 39% di questi – quattro su dieci – sono arrivati in ritardo di più di 5 minuti, il 19% di oltre 10 minuti e il 10% di oltre 15 minuti. Secondo i dati, sono 250, circa il 10%, i treni che hanno registrato ritardi di 20 ,30, 40 o 50 minuti. A volte anche di 100 minuti.

La città peggiore in assoluto è Milano, con circa il 52% dei treni in ritardo di oltre 5 minuti, il 25% di oltre 10 e il 12% con oltre 15 minuti. Segue Napoli (46% dei treni con più di 5 minuti di ritardo, il 24% con 10 minuti e il 14% con oltre 5 minuti) e poi Roma (rispettivamente, 16%, 8% e 5% con 5, 10 e 15 minuti di ritardo).

Le sette tratte peggiori, sempre secondo Altroconsumo, si trovano tutte nel capoluogo lombardo e sono gestite dalla compagnia Trenord. Record negativo per il treno

Trenord, secondo la ricerca di Altroconsumo, gestisce le sette peggiori tratte per i pendolari in Italia.

Como San Giovanni-Milano Centrale, mai puntuale (il 60% delle volte arriva in ritardo di 10 minuti, il restante 40% di 5).

Tante anche le cancellazioni, che riguardano circa il 2% dei treni monitorati – pari a 64 treni. Maglia nera per Milano, con 31 corse eliminate, seguita da Roma (9) e Napoli (6). Celebre è il caso della “tratta fantasma” del treno Luino-Milano Garibaldi, non pervenuto sei giorni su dieci.

Per i pendolari la situazione peggiora ogni anno.

Infine, c’è il caso pendolari, che vivono – dice lo studio – in una situazione pessima. Tuttavia, ogni area presa in considerazione ha la sua specificità e le sue problematiche. Mentre a Milano aumentano – nonostante i ritardi – da 650mila al giorno nel 2011 a 735mila nel 2017 (+13%), senza che vi sia una diminuzione delle tratte, a Napoli si registrano gli stessi ritardi con un taglio del 15% dei treni tra 2010 e 2017 e una riduzione dei pendolari (ora 279mila) del 40% rispetto al 2011. Nel Lazio la situazione è di stallo, con 540 mila pendolari.

Recentemente anche Legambiente è tornata sull’argomento, con il Report annuale Pendolaria 2019. Se da una parte il numero dei pendolari ha raggiunto nel 2018 la cifra record dal 2012 – 5,59 milioni di persone in tutta Italia (+8% in quattro anni) – dall’altra diminuiscono i chilometri delle linee di treni regionali e metro, mentre permangono grosse disparità tra le regioni, soprattutto tra Sud e Nord.