Home viaggio diari Rabadan Tour 2014: rigore è quando arbitro fischia

Rabadan Tour 2014: rigore è quando arbitro fischia

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Incontri in Camargue © Morando BC

Giornata epica, fantastica, indimenticabile…
Ieri sera ho mangiato la bistecca di toro, trovandola peraltro assai squisita (dubito che Il Grande Capo Estiquaatsi l’abbia mai assaggiata…) ed oggi credo mi attendano un bel po’ di attrattive, quindi non dovrei mettere altra carne al fuoco…

Sarebbe saggio, dunque, evitare una deviazione, seppur di una manciata di chilometri, ma già in due occasioni ho ‘mancato’ il ponte di Langlois, dipinto da Van Gogh in una serie di quadri, con e senza lavandaie, quindi stavolta il faut le trouver.
Jean Pierre, il gestore dell’Hotel Voltaire (che somiglia in maniera impressionante a Brassens) mi rincuora e, anche se sembra conscio dei miei limiti, mi segna l’itinerario sopra una cartina: non posso sbagliare.

Bingo: un po’ isolato, situato 4 km fuori Arles, in una zona industriale al di fuori dagli itinerari turistici classici, ma c’é!
Lo so che quello originale è stato distrutto nella Seconda Guerra Mondiale e che questa  é una replica fintissima e che è stato ‘delocalizzato’ tre km più a valle dell’originale, ma sono contento lo stesso; adesso posso anche lasciare la cittadina provenzale, direzione Agues Mortes.

Ieri stavo contemplando la possibilità di passare anche da Sainte Marie de la Mer, dove è in corso l’annuale incontro delle popolazioni nomadi di tutta Europa, una sorta di festival gitano molto conosciuto.
Mi vedevo già ballare tutta la notte il tango con l’inquietante zingara dai profondi occhi neri (mentre i suoi fratelli mi ciulavano lo zainetto), e bere liquori serbi fino a svenire, (trovando al mattino il telaio della bici messo sui mattoni….).
Meglio di no, ho un sacco di strada da fare ed alla fine prevale il buon senso; inoltre, se partecipassi ad una festa zingara, con quale dignità potrei poi indossare ancora il nostro copricapo padano, durante il rito purificatorio di Pontida? O vestire una polo verde? Ma soprattutto, come potrei sostenere di nuovo il dolce sguardo di Borghezio?…

Proseguo così su questa bellissima strada assolata e desolata, dal traffico quasi inesistente, che unisce Arles alle paludi della Camargue.
Sono in estasi, ho perso ogni remora, ogni vergogna e, quando non parlo agli animali in piemontese, canto a squarciagola il mio amore per la vita, amore COSMICO!!!

Prossima tappa è il castello d’Avignon che vale assolutamente una visita per diversi motivi: perfettamente conservato, posizione incantevole, poco ‘toccato’ dal turismo classico, biglietto dal prezzo risibile di 4 euro.

Arrivo ad Aguo Morto che l’ora di pranzo è passata da un pezzo; mi sistemo all’ombra del monumento, intento a mangiare baguette ed houmous e….sento parlare italiano per la prima volta dacché sono partito.
Simpatica scenetta: indicando la mia bici, Lui si rivolge a Lei con sufficienza “Mi sembra ‘na bischerata!”; intervengo io e ribadisco il concetto “sembra una macchina infernale vero?” Lui sbianca, capisce che la bici appartiene ad un connazionale e continua a parlarle, come se niente fosse “…ma deve essere molto, molto comoda…”

Qui c’è l’unico neo della giornata, poiché per circa venti km purtroppo si condivide la strada con le auto e traffico e velocità somigliano molto a quelle di un’autostrada.
Da La Grande Motte cambia decisamente la musica: ciclabile au bord de mer, lungo la spiaggia (SONO ARRIVATO AL MARE!!), fino alla destinazione odierna, Frontignan.

La Grande Motte merita due parole: ideata negli anni ’60, venne affidato ad un archistar dell’epoca il progetto di costruire una cittá con architettura audace e futuribile, prendendo spunto dalle piramidi messicane.
Il discutibile risultato è a metà strada tra la sfrontatezza araba di Dubai e la puttanata  delle Vele di Scampia. A voi l’ardua sentenza.

Da Palavas inizia l’ultimo tratto, pazzesco: un lungo tratturo che segue (ed a volte è proprio largo come) l’unica lingua di terra presente prima del mare.
Sembra un po’ la foce del Po, è un luogo fantastico ed inquietante allo stesso tempo: non incontro anima viva per 17 km…

Arrivo ben oltre le 19 a Frontignan, dove l’unico hotel è ancora chiuso (???) e vengo letteralmente rapito dalle dames del vicino negozio di benessere che stanno festeggiando in anticipo la Festa della Mamma che qui è il 25 maggio.
Neanche un minuto che sono arrivato ed ho già un bicchiere di champagne in mano: questa è Accoglienza, ragazzi!
L’ospitalità è veramente il fiore all’occhiello di questo ventosissimo paesino: poiché l’albergatrice non ha un ricovero notturno per il mio velo, ci pensa Maya a stoccarmela nel coté coiffeuse del suo negozio!!

Docciastretchingpomate e via, al piano di sotto a cenare.

La seppia ripiena, con tanto di tappetino sonoro jazz mi rivitalizzano e così chiacchiero fino a tarda sera con i due simpatici proprietari.
Si sono trasferiti qui tre anni fa dalla fredda ed uggiosa Normandia, e, da tre generazioni cucinano/ospitano per lavoro e cavalcano per passione.
Mi descrivono in dettaglio le loro partecipazioni alle frequenti Giostre medievali che vengono organizzate da queste parti….peccato non poterne vedere una, c’est la vie.

In viaggio sono solo…e non sono solo.
Il passaggio del mio HPV (human powered vehicle) suscita molta curiosità negli adulti, una fragorosa risata (accompagnata sovente da legittimo sfottò…) negli adolescenti ed una smisurata ammirazione mista ad invidia nei bambini (LAVOGLIOANCHIOOOOO!!!).
Non di rado vengo fermato per fare un pezzo di strada insieme (ieri Claude, oggi una simpatica coppia di Montpellier in tandem) oppure per ricevere qualche informazione o ancora proprio solo per far due chiacchiere con uno con cui condividi la tua passione.

Ma, inevitabilmente, si finisce sempre lì: È una sfida? Hai uno sponsor? Perchè lo fai? Sei gay? c’entra veramente il tuo compleanno o c’é qualcos’altro?…
Ed ogni volta mi spiace deludere il mio interlocutore (comunque le risposte sono: no, no, perché si, portami tua sorella, amico caro ascolta me fatti i cazzi tuoi….).
Il mio viaggio 2.0 è basico, elementare, non esiste nessuna dietrologia, solo una gioia infinita a pedalare nel vento, in assoluta libertà (uhm….aspetta a portarmi tua sorella).

Mi rendo conto che il messaggio non passa facilmente, non riesco a far capire che non esiste altra interpretazione di quella evidente….

Proviamo così: RIGUER É CAN ARBITR FISC’
C’est trés simple.
(grazie Vujadin, e buon Viaggio.)

Buona strada.
Dave.
murand@hotmail.com

Km odierni: 107
Km totali: 443
Bande sonore du jour:

– sempre podcast di POPCORNER…
– The Police – Outlandos d’amour
– Elvis Presley: Viva Las Vegas.

Partenza: ore 9,30
Arrivo: ore 19,17