«Abbiamo voluto dare un nuovo senso alla nostra presenza nel quartiere». Con i centri di aggregazione chiusi, gli eventi culturali annullati e tutta la città costretta in casa, Barrito, la casa del quartiere Nizza Millefonti e Ospedali a Torino, ha deciso di lanciare l’iniziativa Piatti Volanti. Volontari in bici portano cibo alle famiglie più bisognose e agli anziani non più autosufficienti. Luca Salomone, responsabile del progetto, ha raccontato a BC un progetto sociale che, in origine, era destinato a durare fino alla riapertura dei ristoranti e al completamento della Fase 2 in Piemonte. «Ma credo che prorogheremo tutto questo almeno fino alla fine di luglio», ha aggiunto.
A Torino ogni circoscrizione – dieci in tutto – ospita case di quartiere, poli aggregativi dove cittadini e residenti si mettono a disposizione per tante esperienze di volontariato. «Il nostro ristorante, l’attività con cui ci autofinanziamo, ha dovuto chiudere come tutti per via del lockdown – ha spiegato Luca – così a fine aprile abbiamo deciso di cucinare cibo per le famiglie bisognose della circoscrizione. Parliamo di 500 persone circa». Nel progetto Piatti Volanti è coinvolta anche la casa del quartiere confinante, San Salvario. «A settimana consegnamo 105 pasti grazie a otto ciclisti. Da alcuni andiamo tre volte la settimana, da altri una sola».
Ogni casa del quartiere a Torino – dove è stata avviata una rivoluzione bike friendly lungo i controviali della città – attrae associazioni d’ogni tipo, anche quelle legate al mondo della mobilità sostenibile. Bici-t, attività di trasporto turistico a bordo di risciò ferma per l’emergenza sanitaria, si è offerta per pedalare le cargo bike per trasportare i pasti pronti; a sostegno, si sono poi aggiunti anche soci dell’associazione Bike Pride Fiab Torino.
Raccontata in un momento che, si spera, sembra vedere alle spalle i giorni peggiori dell’emergenza sanitaria, l’iniziativa dei Piatti Volanti racconta anche un’altra storia come ci ha spiegato Luca. «I volontari che si sono rivolti a noi, ed erano molti di più rispetto al cibo che potevamo consegnare, sono studenti, giovani, liberi professionisti con più tempo libero o persone in cassa integrazione che hanno scelto di rendersi disponibili». A testimonianza di una città che, come tante, si è dimostrata solidale in un momento di difficoltà generale.