Casco e bici. Quattro città svizzere, Basilea, Berna, Winterthur e Zurigo, si sono schierate contro obbligo di farlo indossare ai ragazzi dai 12 ai 16 anni. La competente commissione del Consiglio nazionale deve esaminare la proposta del Consiglio federale, che nell’ambito della revisione della legge sulla circolazione stradale, propone di farlo indossare a tutti gli adolescenti che si muovono in bicicletta.
Casco e bici, la sicurezza è nei numeri
Secondo il governo elvetico l’aumento della mobilità ciclabile che si è manifestato nel dopo pandemia, ha prodotto numerosi incidenti anche gravi che hanno visto coinvolti giovani ciclisti. Da qui la necessità di proteggerli imponendo l’uso del casco. Un postulato che però le quattro città rifiutano in quanto, si legge in un comunicato la bicicletta “non è un mezzo di trasporto complicato”. E l’obbligo del casco spingerebbe molti ragazzi a rinunciare alla bici. Con buona pace della safety in numbers. Il punto, viene sottolineato, è sviluppare le infrastrutture ciclistiche, rendendo le ciclabili sicure e attrattive per ogni fascia di età.
D’altra parte basterebbe guardare a quesi Paesi dove la bici è entrata nella cultura della mobilità per vedere che l’obbligo del casco non esiste. Sulla stessa posizione si sta allineando anche l’Unione delle città svizzere. Basilea, Berna, Zurigo e Winterthur, seguendo le indicazioni della stragrande maggioranza degli esperti di mobilità ciclabile, sostengono però l’importanza del suo uso volontario.
In Italia, ogni tanto, qualcuno ci riprova. Durante i lavori per la riforma del Codice della strada si era ventilato il suo obbligo per gli under14 anni. Un po’ sulla falsariga di quanto avviene in altri Paesi in Europa dove i più giovani lo devono indossare.