Home mobilità città Città ciclabili: cronache da Odense, Danimarca, dove il bike to school è...

Città ciclabili: cronache da Odense, Danimarca, dove il bike to school è all’81%

2900
Scolari di Odense in bicicletta © Cycling Embassy of Denmark

“Non guido spesso perché non voglio essere dipendente da un’automobile”. E se le chiedi quante volte si mette al volante, Camilla Rasmussen, 15 chilometri in bicicletta ogni giorno, va a memoria: “Dieci volte all’anno, ma solo perché devo raggiungere i miei genitori.” Risposte che in Italia lascerebbero a bocca aperta, come se rinunciare al mezzo privato non fosse neanche un’ipotesi percorribile. Ma questa è Odense, la terza città della Danimarca, un comune dove il 50% degli spostamenti in centro avviene in sella e i dirigenti degli asilo invitano i genitori a non accompagnare i figli in macchina. Con quasi 600 chilometri di piste ciclabili e 123 ponti riservati a ciclisti e pedoni è meglio la bici, dicono loro.

La bicicletta a Odense è un capitolo fondamentale nel progetto di abitabilità, appoggiato dalla politica e dalle associazioni, avviato a inizio millennio per rimodellare il tessuto urbano su canoni ecosostenibili attenti alla qualità della vita. Ma bike friendly non si nasce: come altre realtà europee negli anni Sessanta, in pieno boom economico, Odense era un centro industriale che progettava strade a più corsie per la circolazione veloce di automobili. Finché tutto cambia col numero 20: tra il 1999 e il 2002 il comune si impone una crescita del 20% dei ciclisti, una riduzione del 20% del numero di incidenti stradali che coinvolgono biciclette e il tutto per 20mila corone danesi (all’incirca 2mila sterline). Oggi è il sito theguardian.com a eleggere Odense come la città europea con le migliori condizioni di abitabilità.

533252_10200502624509832_1352203540_nI migliori ambasciatori delle politiche bike friendly di Odense sono quegli universitari europei che lì hanno studiato e che dalla Danimarca sono tornati col ricordo di quanto la bicicletta fosse necessaria per la vita di tutti i giorni. “A Odense ho capito che la pioggia non è un buon motivo per rinunciare alla bicicletta. E se ti azzardi a pedalare sotto la pioggia senza un impermeabile o un copri-pantaloni ti prendono per pazzo”. La testimonianza è di Martina Canesi, studentessa cremonese che dopo la laurea a Bolzano ha scelto Odense per specializzarsi in marekting, una città dove la bicicletta non ha concorrenza per il portafoglio di uno studente. “Il biglietto dei mezzi pubblici arriva a costare l’equivalente di 3,50 euro: non mi serviva altro per convertirmi alla bicicletta”.

Meno nota rispetto a Copenaghen, capitale europea che fa rima con bicicletta, Odense sta già raccogliendo i frutti delle sue politiche a sostegno delle due ruote. E i risultati si vedono anche nelle casse degli esercizi commerciali del centro, tutt’altro che penalizzati dalla bassa presenza di automobili. Odense abitua in questo modo intere classi scolastiche alla mobilità dolce. Spesso in autonomia dai genitori, sono infatti quattro gli alunni su cinque – l’81% per essere più precisi – che ogni giorno fanno la spola da casa ai banchi, guadagnando così un’indipendenza che mamma e papà iniziano a trasmettere loro sin dai due anni, l’età media in cui i danesi iniziano a pedalare.