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Coronavirus e bici: a Londra e-bike gratis a medici ed operatori sanitari

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Coronavirus e bici
Un negozio Fully Charged a Londra: l'azienda è stata tra le prime a mobilitarsi a sostegno del personale sanitario.

La crisi del coronavirus ha fatto scattare una vera e propria gara di solidarietà tra gli operatori di bike sharing e produttori di veicoli a due ruote elettrici: per tre mesi medici ed infermieri della City potranno usufruire di ebike a titolo gratuito.

L’iniziativa mira a proteggere e a ridurre al minimo il rischio di infezione di chi lavora negli ospedali nel tragitto casa-lavoro, evitando così che il personale sanitario si accalchi sui mezzi di trasporto pubblico.

La prima azienda a partire è stata GoCycle: fondata nel 2009, l’impresa di bici elettriche offre venti dei suoi modelli GoCycle Gs per tre mesi al Nationa Health Service (NHS) gratuitamente anzichè al costo di 1,99 pounds, circa 2,5 euro.

“L’ultima cosa di cui ha bisogno il personale in prima linea contro l’epidemia dopo una lunga giornata di lavoro è la prospettiva di finire in una carrozza ferroviaria o in un autobus affollato, o di essere fermato a piedi in una lunga fila” sostiene il fondatore di GoCycle, Richard Thorpe, “le biciclette elettriche fanno parte della soluzione. È un momento difficile per tutti, e siamo molto lieti di offrire la possibilità di aiutare lo staff sanitario di Londra, per quanto piccolo possa essere il nostro aiuto.” Un tema quello dell’importanza della bici come alternativa all’affollamento dei mezzi pubblici che stanno affrontando molti paesi come racconta un documentato articolo de Il Sole 24 Ore

Coronavirus e bici: un rimedio al contagio

Sarà il principale rivenditore di ebike di Londra, Fully Charged, a preparare la prima consegna di GS Gocycles e distribuirli alle parti interessate nella capitale britannica. Dan Parsons, direttore delle operazioni, ha dichiarato: “Con i negozi di biciclette esclusi dal Elenco del governo di chiusure obbligatorie in mezzo alla crisi COVID19, vediamo questo come riconoscimento dell’importanza di andare in bicicletta, nonchè una valida alternativa all’utilizzo del trasporto pubblico e per i suoi effetti estremamente positivi sulla salute e benessere, soprattutto in un momento in cui è difficile fare esercizio fisico”.

Anche caschi e lucchetti

A seguire a ruota GoCycle e Fully Charged c’è anche Raleigh, mentre si mobilitano anche altre aziende al fine di fornire tutto l’equipaggiamento per permettere a medici e infermieri di pedalare in tutta sicurezza. Nello specifico, Abus metterà a disposizione caschi, catene e lucchetti, mentre Fat LLama fornirà assitenza tencica. Un’iniziativa da premiare ma soprattutto imitare anche qui dove il sistema sanitario è al collasso e medici e infermieri sono obbligati a turni di lavoro estenuanti.

E in Italia?

Anche nel Bel Paese cominciano a sorgere un po’ ovunque iniziative di solidarietà verso chi indossa il camice bianco.

A Roma, Uber scende in campo nella lotta al COVID-19 sostenendo i lavoratori dell’ospedale Spallanzani: oltre ad aver donato dieci auto con conducente per muoversi tra i diversi poli dell’Istituto medico, l’azienda dei servizi per la mobilità ha ampliato l’area operativa del servizio di ebike Jump, che sarà utilizzabile nella zona grazie alle nuove unità trasferite ad hoc. Lo staff medico sanitario dell’ospedale potrà così usufruire gratuitamente delle biciclette elettriche Jump, che per i cittadini romani sono comunque disponibili ad una tariffa agevolata di 1 Euro.

Buone notizie anche da Torino, dove ToBike, il servizio di bike sharing del capoluogo piemontese, ha deciso di aderire alla campagna lanciata a livello nazionale da Bicincittà, mettendo a disposizione per tre mesi il noleggio gratuito di bici per medici e infermieri.

Inoltre, abbiamo già parlato del caso di Cremona, dove la ciclofficina sociale La Gare des Gars ha fornito all’ospedale una flotta di 7 bici per contribuire al bike to work.

Nel frattempo, in Italia le associazioni per la mobilità sostenibile e ciclistica, tra cui Fiab, hanno scritto una lettera al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, per chiedere al Governo di mantenere aperti ciclisti e ciclofficine di modo da servire chi deve andare al lavoro o fare la spesa in bici.