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Gran Canaria in mtb: una settimana di tour per debuttanti

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Gran Canaria in mtb
Gran Canaria in mtb: in salita verso il Barranco di Ayagaures - foto © Riccardo Sedola

Gran Canaria in mtb? Quando si pensa a quest’isola come destinazione ideale per gli amanti della bicicletta, si pensa subito ai ciclisti professionisti che vengono qui durante la stagione invernale ad allenarsi, godendosi il meraviglioso clima dell’eterna primavera che caratterizza l’arcipelago canario, ma non solo, anche l’eccellente condizione di molte delle sue strade e la crescente cultura e il rispetto per i ciclisti: tutte buone ragioni per un biciviaggio a Gran Canaria.

Al di là di ogni sospetto, l’isola è il paradiso di tutti gli amanti delle due ruote, dai più esperti a quelli che per fare una salita devono ricorrere alla pedalata assistita come la sottoscritta. In mia difesa dirò che anche a vent’anni quando andavo su e giù per le valli alpine del Piemonte con una classica bici da strada facevo una fatica immane e che adesso che i miei vent’anni sono solo un lontano ricordo, ho deciso che preferisco divertirmi e godermi il paesaggio invece di affrontare la tredicesima fatica d’Ercole. Se mi assomigliate anche solo un po’ allora Gran Canaria in mtb, nonostante gli aspri dislivelli che conformano i suoi impressionanti canyon dall’aspetto giurassico, fa al caso vostro.

Nella valle di Agaete

valle di Agaete
La lussureggiante valle di Agaete – foto © Riccardo Sedola

Questa primavera, armata quindi di e-bike, ho partecipato a un tour di una settimana sull’isola che iniziava esplorando il versante settentrionale di Gran Canaria e terminava nel suo profondo sud. I primi giorni l’approccio è stato facile, quasi amabile e ho attraversato la valle di Agaete, un vero paradiso naturalistico.

caffè Canaria
A tu per tu con il caffè – foto © Riccardo Sedola

La vallata si apre alle spalle dell’omonimo delizioso villaggio di pescatori con le sue tipiche case bianche, le spiagge di sabbia vulcanica e le piscine naturali. All’inizio di questo scenario magico ci viene incontro il sito archeologico della necropoli del Maipés con le sue quasi 700 tombe della popolazione preispanica, erette su una colata di lava vulcanica. Addentrandoci un po’ di più, questo paesaggio pieno di contrasti ci regala un tripudio di colori, vegetazione tropicale, vigneti, frutteti e l’unica piantagione di caffè in Europa, coltura che cresce qui a Gran Canaria all’ombra di aranceti. Degustazioni di caffè nella tenuta, di vini a chilometro zero nelle cantine della zona sono state la ciliegina su questa parte del viaggio.

Il tour di Ayagaures

Fin qui il bike tour poteva sembrare una passeggiata: le difficoltà si sono presentate più avanti, via via più aspre mentre scendevamo verso sud, culminando l’ultimo giorno nel Barranco di Ayagaures, un percorso di circa 42 km con 700 m di dislivello in positivo e altrettanti in negativo, quasi per intero su sterrato. Premessa: fino a quel momento non avevo mai pedalato uno sterrato lungo, e men che meno su un terreno così vulcanico e secco come quello del sud di Gran Canaria. Non volendo fare la figura del brutto anatroccolo mi sono però ben guardata dal segnalarlo alla guida. Desideravo piuttosto impressionare i miei compagni di viaggio, pur essendo consapevole che prima o poi la mia vanità o il mio orgoglio – chiamatelo come volete – mi avrebbero messa in qualche solenne pasticcio…

Sul Monte Leon
Sosta con vista sul belvedere del monte Leon – foto © Riccardo Sedola

Il tour di Ayagaures, il cui nome in lingua preispanica significa “tra due montagne”, parte da Playa del Inglés, una delle località più rinomate dell’isola, e presenta un percorso su strada asfaltata per i primi 15 km. Questo primo tratto è stato abbastanza lieve, anche grazie alle premure di un angelo custode (ecco l’utilità della guida!) che mi ha insegnato le norme basilari su come usare al meglio l’e-bike senza sfracellarmi nell’intento. Ho scoperto un mondo di posizioni di piedi, pedali, ginocchia, sellino su, sellino giù, manubrio e freni (anche se su questi ero già ferrata, memore dei voli da ragazzina).

Il corso accelerato mi ha preparato in qualche modo a quello che mi aspettava in seguito visto che il resto dei 27 chilometri sono stati realmente incredibili! Lo sterrato dà il benvenuto con una serie di salite che raggiungono il Monte León a circa 600 m di altitudine. Una sorta di belvedere sul Barranco di Ayagaures che regala un paesaggio degno dei canyon dell’Arizona o del Nuovo Messico. Le pendenze sono abbastanza impervie, il percorso è costellato da pietre grandi che si alternano alla ghiaia e al terreno battuto; terreno che a seconda della stagione può cambiare molto di aspetto, diventando più facile o più difficile in base alle precipitazioni.

La discesa del Barranco

Secondo la nostra guida, nel periodo in cui lo abbiamo percorso era molto tecnico, che tradotto per i neofiti voleva dire che sicuramente non poteva essere peggiore. A partire da quel punto inizia la discesa, che poi sono state tre discese seguite da una salita, e poi un’altra infinità di discese con alcune brevi risalite più o meno difficili fino a raggiungere il fondo del Barranco, dove i dislivelli si addolciscono notevolmente e si può finalmente godere dell’incanto che circonda chi ce la fa ad arrivare fin lì.

tour Gran Canaria
Foto di gruppo per i partecipanti al tour – foto © Riccardo Sedola

Le prime tre discese sono state abbastanza semplici, il sentiero pulito e facile da percorrere, con uno strapiombo sulla nostra destra che io – evidentemente – non ho neanche notato, intenta com’ero a rimanere saldamente in sella. La parte più impegnativa inizia dopo l’ultima salita, la discesa diventa una sequenza di tornanti con molti affossamenti mescolati a pietre e a un terreno estremamente sdrucciolevole per la ghiaia. Confesso che in alcuni punti sono scesa dalla bici, ma per lunghezze non superiori ai 20 metri, quanto bastava per salvaguardare al tempo stesso la mia integrità fisica e il mio orgoglio. Gli ultimi 15 km se percorsi in inverno e primavera sono costellati da enormi piante di cactus in fiore in netto contrasto con il paesaggio brullo e il cielo blu con quella luce così magica che trovi solo in queste latitudini. Il percorso finisce di nuovo nel mezzo della “civiltà” turistica dopo circa 4 ore intense e indimenticabili.

Gran Canaria in mtb: prepararsi al viaggio

Insomma, altamente raccomandato, con una avvertenza: se non volete chiudere il tour con l’aspetto di un reduce di guerra (come capitato a me), suggerisco uno strato deciso di protezione solare alta, anche ne punti più impensabili come ginocchia, gomiti, polpacci; siamo vicini al tropico e il sole è particolarmente potente anche se le temperature sono mitigate dagli Alisei. E per tutto quello che vorreste sapere in più su Gran Canaria e la sua offerta outdoor: il sito ufficiale del Patronato de Turismo de Gran Canaria vi racconta cosa vedere, cosa fare, alloggi e agenda degli eventi e delle feste tradizionali. E poi c’è il sito di Gran Canaria Tri, Bike & Run, l’associazione che dal 2011 promuove e commercializza Gran Canaria come destinazione per la pratica outdoor di triathlon, bicicletta e corsa. Per informazioni dettagliate su rent-a-bike c’è Free Motion.