A poche settimane dall’introduzione dei limiti di velocità a 30 km/h a Bologna il sindaco Matteo Lepore ha spiegato che “sta funzionando”. Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini ha invece aperto una polemica politica, convinto che simili misure generino “caos” in città, e che facciano perder tempo a chi deve lavorare. Il primo cittadino di Bologna viene soccorso non soltanto dalle associazioni e da parte dell’opinione pubblica. Anche i numeri gli danno ragione: la Città 30 non rallenta. Lo dimostrano i dati di Bike2UniBg, un progetto indipendente finalizzato alla promozione della mobilità ciclistica e condotto da studenti e ricercatori dell’università degli Studi di Bergamo.
“In media il tempo extra “perso” è di 1 minuto e 6 secondi”, spiegano in un post sul blog in cui si raccolgono i dati a sostegno della città 30. Il team ha raggiunto questo dato dopo aver fatto simulazioni a computer, prendendo proprio la mappa di Bologna e cumulando 300 percorsi complessivi. Il minuto perso è su una corsa media di 18 minuti, con cui si copre una distanza di 11 chilometri. Due minuti e mezzo la perdita massima di tempo: per un viaggio di notte, o a ferragosto, precisano i ricercatori, perchè “in condizioni normali di traffico tali differenze si riducono sensibilmente”. Simili numeri per una simulazione compiuta dai ricercatori su una ipotesi di Bergamo Città30: 42 secondi in più, in media, per un percorso di 14 minuti e mezzo, per coprire 8 una distanza di 8 chilometri. Insomma numeri che dicono che la Città 30 non rallenta e smontano lo spauracchio di certa politica critica nei confronti di misure che hanno un obiettivo centrale per la sicurezza delle persone.
Come abbiamo più volte raccontato su BC l’obiettivo di Bologna città 30 è anzitutto quello di ridurre le possibilità che in caso di incidenti stradali ci siano vittime. Se investito al di sotto dei 30 km/h un pedone ha infatti il 90% delle possibilità di sopravvivere, meno del 50% invece se l’auto circola a 50 km/h. I casi di cronaca degli ultimi tempi in Italia hanno riportato la questione all’attenzione dell’opinione pubblica. Ragionando nell’ordine di 1 minuto di ritardo, difficilmente percepibile, i dati a sostegno delle Città 30 che arrivano dai ricercatori dovrebbero dunque confortare tutti e convincere che si tratta di un prezzo più che ragionevole per un beneficio collettivo. “In sostanza – concludono i ricercatori – l’introduzione delle Città 30 porta vantaggi notevoli per tutti gli utenti della città, senza sconvolgere la routine degli automobilisti”.