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Ancma, un video per celebrare l’industria italiana della bici (e difendere la ciclabilità)

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“Quello che il ciclista vuole è sicurezza, è andare per le strade e non dover morire in bicicletta”. Questo è uno dei tanti appelli rilanciati nel video istituzionale che l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori (Ancma-Confindustria) ha pubblicato online raccogliendo le testimonianze di industriali e imprenditori attivi nel settore della mobilità ciclistica. Dal secondo dopoguerra in poi la storia d’Italia può essere raccontata studiando anche l’evoluzione del rapporto tra le persone e la bicicletta. Prima della motorizzazione di massa ha giocato un ruolo decisivo. Oggi, con percentuali di utilizzo decisamente più basse, grazie al fenomeno dell’elettrico il settore si sta comunque consolidando sempre di più e i brand italiani vantano eccellenze riconosciute in tutto il mondo. Il giro d’affari registra 3 miliardi di euro di fatturato.

“Siamo in un momento in cui la sensibilità verso la bici sembra non cogliere tutto il potenziale che la bici può liberare come invece libera ormai da diverso tempo nelle principali città europee. Quando andiamo in vacanza all’estero rileviamo la fluidità del traffico, l’assenza di inutili auto parcheggiate per le strade e il suolo è restituito ai cittadini in forma di ciclabili, verde, aree giochi”. Piero Nigrelli, responsabile del settore bici Ancma, riassume così il perché del video: “Abbiamo un’industria centenaria, ancora oggi competitiva e fatta di tante eccellenze. Era giusto metterla in evidenza”.

Ma non occorrono soltanto bici belle e sicure perché le città cambino aspetto. Centrale è il tema delle politiche urbane come spiegano nel video gli associati Ancma. Diversi imprenditori hanno indicato ciclabili e infrastrutture come fondamentali affinché le persone si sentano incentivate a utilizzare meno l’automobile. I casi di cronaca dimostrano che in Italia si può e si deve fare ancora molto sul tema della sicurezza stradale. Misure come quelle della targa obbligatoria e del casco sono sempre state bollate delle associazioni come Fiab come controproducenti, perché finirebbero con lo scoraggiare l’utenza. Secondo Ancma il Parlamento Europeo ha dato una prima positiva soluzione per far crescere il mercato: il taglio dell’Iva su bici e prodotti della filiera è una misura già adottata in Portogallo (dove la tassa è al 4%).