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Milano spaventa i ciclisti: uno su tre non ce la fa

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Ciclabile a Milano - foto © Scuratti / Comune di Milano

Lo avevano in parte suggerito i dati di qualche settimana fa, pubblicati dall’Università Iulm di Milano, secondo cui nel capoluogo lombardo si sarebbe verificato un calo del numero dei ciclisti pari al 20%. I numeri vanno aggiornati in negativo: secondo Legambiente, che ha monitorato gli spostamenti in sella durante la Settimana Europea della Mobilità a settembre, Milano non è più il comune italiano in cui si pedala di più. Rispetto all’edizione dello scorso anno, quando era in cima al podio, la città si è posizionata al quinto posto, con un calo del 33% dei ciclisti. Padova, Piacenza, Pescara, e Palermo fanno meglio per numero assoluto di spostamenti, mentre il calcolo rispetto alla popolazione residente vede in testa Ravenna, seguita da Piacenza e Reggio Emilia.

Prima di tentare di analizzare il fenomeno a Milano è bene sottolineare il fatto che i numeri che stiamo citando non sono frutto di una ricerca su campione rappresentativo, ma un’iniziativa che in un dato giorno della settimana ha contato i passaggi dei ciclisti in determinati check point della città. Una modalità che dà comunque un’idea di possibili cambiamenti in meglio o in peggio, di anno in anno. Così, ad esempio, al check point romano sulla Nomentana, una delle maggiori direttrici verso il centro città, sono stati registrati 1636 passaggi rispetto ai 291 del 2022, circa sei volte di più rispetto allo scorso anno.

Qui un maggior dettaglio dei dati comunicati da Legambiente. Per quanto riguarda Milano tornano a evidenziare una situazione critica per gli utenti attivi della strada. Nel 2023 sono morte cinque persone mentre stavano pedalando, dieci i decessi tra i pedoni. Questa situazione di insicurezza stradale ha senz’altro un peso nella scelta quotidiana di lavoratori e studenti. Tra le prime contromisure adottate dall’amministrazione comunale quella di imporre l’obbligo di sensori sui mezzi pesanti per segnalare a chi guida la presenza di ciclisti e pedoni in curva, suggerendo anche a chi è vicino al mezzo di tenere a mente il rischio dell’angolo cieco.