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Pietro Franzese, influencer in bici:«Ecco la community dei cicloturisti»

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Pietro Franzese
Pietro Franzese alla "Milano bike night" 2019

«Mi chiedono consigli, cosa portare in un viaggio in bicicletta, come scegliere i tragitti. È una vera community e faccio il possibile per rispondere a tutti». Pietro Franzese è un cicloturista 24enne di Monza, che ha scelto di amplificare la sua passione per il cicloturismo grazie ai social network. Instagram, Facebook, YouTube, tutte le piattaforme possibili dove pubblicare video, foto, stories, insomma materiale rigorosamente bike friendly che parli di viaggi, esperienze, avventure (o disavventure) nella vita di un ciclista urbano. A un anno dal lancio del suo canale YouTube – a metà luglio quasi 1500 iscritti – lo abbiamo intervistato per farci spiegare cosa cerca la community dei cicloturisti sui social.

Scatto (fisso) iniziale

«In realtà non mi reputo un esperto, sono soltanto un ragazzo che di lavoro fa l’impiegato e pedala tutti i giorni 30 chilometri da casa all’ufficio tra andata e ritorno». La bicicletta innanzitutto come abitudine quotidiana, costruita letteralmente pezzo pezzo. «Nel 2014 ero a Dublino per fare volontariato e insieme ad alcuni amici abbiamo recuperato un bicicletta da un canale. Era a scatto fisso. Ero talmente preso da quel modello che, una volta a casa, me ne sono assemblata una tutta mia». Orangina, il nome di battesimo.

Pietro Franzese
Sul lago di Como, in compagnia di Francesco. Pietro l’ha incontrato durante il suo viaggio da Londra a Caltagirone (Sicilia).

Su Youtube Pietro Franzese ha sperimentato un po’ di tutto per farsi trovare e notare dalla community dei cicloturisti. 70 video pubblicati in un anno: tanti raccontano dei suoi viaggi in Italia e all’estero, tutti in solitaria. «Quando devo cercare però dove dormire mi affido a Couchsurfing, un sito dove la gente mette a disposizione gratis letti o divani. Un posto lo trovo sempre e si incontra un sacco di gente interessante». È l’altra (giovane e fresca) faccia del cicloturismo: un settore che se da una parte in Italia ha fatturato 7,6 miliardi di euro lo scorso anno, dall’altra è anche un’esperienza che i ragazzi amano proprio perché anche low-cost. Lo dimostrano i post pubblicati sul suo profilo Instagram, dove i follower sono quasi 12mila.

https://www.instagram.com/p/BpPH99vFKXC/

Pietro Franzese: “Intervista il cicloturista”

È uno dei format per raccontare la community dei cicloturisti. Pietro Franzese sceglie una location, posiziona la telecamera, mette a fuoco e chiacchiera con il “collega” di turno. Sullo sfondo Torre Unicredit a Milano, il Lago di Como, il festival BAM di Mantova, tutte situazioni dove il viaggio è una scusa per parlare della propria passione per le due ruote. «Le esperienze che mi raccontano e che poi metto a disposizione di tutti sono forti e impegnative. Non è da tutti viaggiare settimane, o anche mesi in bicicletta. Condividere queste storie con tutti è sempre un’ottima cosa». Tra le ultime pubblicate su YouTube c’è l’intervista a Fabio, un cicloturista affetto da sclerosi multipla.

Il mondo dell’associazionismo

«Non credo che mi potrei iscrivere a una associazione bike friendly», risponde Pietro quando gli si chiede se si è mai avvicinato al mondo FIAB. Proveremo a fargli cambiare idea. «Ma forse quello che mi viene da dire è che per attirare i giovani cicloturisti servono prima di tutte le app». Perché, se ancora non lo abbiamo capito, le nuove generazioni si orientano prima di tutto sullo smartphone. «Magari una applicazione con mappa interattiva, dove io cicloturista trovo tutti i punti di ristoro, posti sicuri dove poter campeggiare, tutte le fontanelle pubbliche».