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Restauro bici: alle Officine Creative di Torino si impara il fai da te

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La ciclofficina di Officine Creative, in via Cecchi, a Torino.

Quartiere Aurora, a due passi dalla Dora, prima che l’affluente di sinistra sfoghi nel Po: è qui che l’arte del riciclo e del riutilizzo ha trovato casa nelle Officine Creative di Torino (OCT), l’associazione culturale costituitasi lo scorso marzo all’interno del Cecchi Point, una delle tante case di quartiere del capoluogo piemontese, dove si assommano e operano cooperative e associazioni. In via Antonio Cecchi, al civico 17, le Officine Creative declinano quest’esperienza di cittadinanza attiva in una ciclofficina popolare, dove chiunque può mettersi a disposizione. E con le ore di volontariato il tempo accumulato vale “ore a credito” per i diversi servizi disponibili.

Nate sull’onda delle ciclofficine itineranti, come quelle che sotto la Mole organizzavano l’associazione giovanile Muovi Equilibri, le Officine Creative di Torino non hanno gli stessi ingranaggi di una comune bottega. Se serve una riparazione, o un lavoro di manutenzione della bicicletta, la professionalità non manca di certo: macchinari e ricambi sono spesso di recupero e a prezzi accessibili. Quel che cambia è che, se proprio non vuoi “sporcarti le mani”, piuttosto ti consigliano un ciclista del quartiere. “Qua non ci sono clienti – racconta a BC la Presidente delle OCT Elena Actis – ma soci a cui vogliamo insegnare come ripararsi da sé i propri oggetti. E questo vale per la camera d’aria come per le cuciture dei vestiti nei laboratori di sartoria”.

Associazione culturale da pochi mesi, le Officine Creative operano in realtà dal 2011 all’interno del mondo del terzo settore torinese. “Negli anni – aggiunge Actis – siamo arrivati a contare fino a 300 soci con progetti rivolti sia ai residenti che ai rifugiati politici pronti a offrire le proprie competenze, chi nella falegnameria, chi nel mondo delle due ruote”. Un cantiere ricco di iniziative in un quartiere multiculturale che, come altrove in Italia, fa integrazione anche nella scia delle due ruote, che dialoga coi cittadini senza argini anagrafici. Ai più piccoli, grazie al lavoro corale delle associazioni presenti, il Cecchi Point dedica ad esempio un’area giochi e spazi teatrali; per i giovani le Officine Creative hanno poi fissato alcune date per ciclofficine itineranti in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino; per la terza età, beh, quella si è già messa a disposizione da sé…

Il progetto Velomuseo diffuso è tra i sogni nel cassetto delle Ciclofficine Creative di Torino: 180 biciclette d’epoca già catalogate, ma in parte ancora da restaurare, tutte fatte a mano nei primi decenni del secolo scorso e recuperate dall’ottuagenario Giovanni Stella quando a Torino di macchine iniziavano a girarne sempre di più. Lui, anno dopo anno, le ha strappate alla discarica e all’abbandono. Una flotta di due ruote oggi gelosamente custodite al Cecchi Point, ma che un’esperta di restauro come Elena Actis vorrebbe un domani, col crowdfunding o con qualche finanziamento, restituire alle loro culle, quelle vecchie botteghe dove oggi magari sorgono negozi e attività commerciali che presto potrebbero accogliere in vetrina la memoria storica sotto forma di bicicetta.