Non che finora se ne fossero scordati, ma i creatori della Google Car lo mettono nero su bianco: la macchina che si guida da sola riconosce i ciclisti grazie a un algoritmo specifico. È questo il tema scelto dal report di giugno che la multinazionale con sede in California pubblica ogni mese come fotografia delle fasi di sviluppo del veicolo senza autista.
Nel caso in cui, come sperimentato sul campo, la Google Car rilevi un ciclista vicino alla portiera aperta di una macchina in sosta, il sistema rallenta la velocità e “dissuade” la macchina dal sorpasso della bicicletta impegnata a evitare l’ostacolo; i sensori, tra cui il LIDAR (in grado di determinare la distanza di un oggetto), riconoscono poi il braccio di svolta del ciclista o la sua presenza in mezzo alla strada, evitando così manovre rischiose.
Al netto delle riserve, espresse da più parti, sui rischi di un veicolo senza guidatore, per la Google Car i suoi ideatori puntano a una convivenza sicura sulle strade americane, dove, secondo il focus, hanno perso la vita, soltanto nel 2014, oltre 720 ciclisti.