Home mobilità città Sicurezza in bici: in Svezia c’è chi vorrebbe il casco obbligatorio

Sicurezza in bici: in Svezia c’è chi vorrebbe il casco obbligatorio

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E se fosse obbligatorio per tutti? Una norma che lo prescriva a ciascun cittadino, senza distinzione d’età, non verrebbe forse interpretata come una misura eccessiva, quasi draconiana per la sicurezza di un ciclista? Quella sul casco obbligatorio, se mai venisse inserita nel codice della strada, sarebbe comunque una prescrizione in lingua svedese. E’ da Stoccolma che parte, su proposta di un’associazione che si occupa di sicurezza stradale, una delle prime proposte che porterebbe in un un Paese europeo l’obbligo universale dell’elmetto in bicicletta, una misura che altri paesi, europei e non, lasciano invece alla discrezione di chi pedala.

L’idea di una norma che imponga a tutti gli svedesi l’utilizzo del casco prende le mosse dalle politiche sulla sicurezza stradale che Stoccolma ha avviato dal 2005, quando i primi ciclisti tenuti a rispettare la prescrizione sono stati i bambini e ragazzi sotto i 15 anni. Misure per alcuni eccessiva: le riserve di Fiab a riguardo si appoggiano a statistiche che mettono in dubbio l’effettiva incidenza del casco per i ciclisti incidentati. Eppure in un decennio qualcosa è davvero cambiato in meglio sulle strade svedesi: nel 2005 gli under 15 ricoverati in ospedale con ferite o traumi alla testa a seguito di incidenti ammontavano a 501; i dati pubblicati nel rapporto della “Social Agency” hanno evidenziato nel 2015, per la medesima categoria, un calo del 43%.

Prescritto per i più giovani dal 2005, il casco ha presto “contagiato” anche i genitori svedesi, come prova quel 35% di adulti accolti in meno negli ospedali con lesioni alla testa dopo incidenti stradali. Sono mamma e papà che vogliono dare loro stessi il buon esempio indossando il casco. E che non hanno atteso la politica per abituarvisi.