Una città bike friendly non si riconosce solo dal numero di bici, ciclabili o rastrelliere: servono anche pene salate contro chi mette a rischio la vita degli utenti deboli del traffico. L’ultima a muoversi in questa direzione è Washington, dove a dicembre il comune ha annunciato un giro di vite sulle sanzioni da infliggere a tutti gli automobilisti dall’acceleratore facile, che urtano o comunque coinvolgono in incidenti ciclisti e pedoni.
Basta l’aggravio delle multe suggerito dall’amministrazione – riportate dal Washington Post – per intuire l’emergenza percepita a Washington: l’automobilista che urta un ciclista sarebbe costretto a pagare, in caso di approvazione delle nuove misure, l’equivalente di oltre 450 euro, contro i 46 previsti dalle norme attuali; stessa cifra, il quadruplo di quanto ora previsto, per la mancata precedenza a un pedone su strisce regolate da semafori. Per chi parcheggia sulle ciclabili, l’amministrazione di Washington propone una multa che sfiora i 190 euro.
Se ancora quelle di Washington possono sembrare misure poco onerose, ricordiamo che invece a New York, nel 2010, è passata la Hayley and Diego’s Law che punisce l’investimento di un ciclista con sanzioni che possono arrivare a 15 giorni di carcere, e comportano anche l’obbligo di ripetere l’esame della patente o, per i casi più gravi, la revoca della licenza di guida.
Inasprimenti delle multe per gli irresponsabili al volante sono previsti anche in Canada, dove la consigliera comunale di Toronto Mary-Margaret McMahon, investita nel 2014 da un’automobile mentre stava pedalando, ha proposto un drastico aumento delle multe agli automobilisti, oggi pari all’incirca a 80 euro.
A Washington l’aumento delle multe rientra nel più ampio pacchetto di misure dell’ambizioso progetto comunale Vision Zero che si impegna ad azzerare, entro il 2024, le morti e gli infortuni gravi su strada. Dal 2010 al 2014 nella capitale americana hanno perso la vita 57 pedoni, 7 ciclisti e 67 tra guidatori e passeggeri di autoveicoli. Un’emergenza evidenziata dall’ultimo rapporto Aci-Istat anche per le città italiane, dove al momento, purtroppo, spicca l’assenza di piani organici per porvi rimedio.