A Bruxelles negli scorsi giorni proteste e scontri hanno preso di mira Good Move, il piano con cui l’amministrazione ha deciso di trasformare in senso bike friendly la capitale belga, a cominciare dalla riduzione del numero di automobili in circolazione. Come si nota nei video pubblicati su Twitter, un centinaio di manifestanti si è radunato a Schaerbeek, una delle 19 municipalità, e alcuni di loro hanno staccato parte della cartellonistica, come quella di un senso vietato preso a calci in una via dove è previsto il doppio senso ciclabile.
Second night of protests in Schaerbeek against the Good Move circulation plan. This morning the commune has put it on hold. Did the Brussels authorities ever foresee this level of opposition? pic.twitter.com/TSPYDZelQz
— Ugo Realfonzo (@URealfonzo) October 26, 2022
Molto più piccola rispetto a Parigi o a Londra, Bruxelles sta comunque facendo i conti da anni con il numero eccessivo di veicoli. Il piano Good Move, come si legge sulla stampa locale, è ormai alla terza e ultima fase e il suo obiettivo è ridurre drasticamente il numero delle macchine in buona parte dei quartieri. La politica locale ha da tempo trovato un accordo a riguardo, ma questo non è bastato. In due serate consecutive le proteste contro il Good Move a Bruxelles si sono concluse con un bilancio di tre feriti tra poliziotti e vigili del fuoco. Al netto della condanna a ogni forma di violenza, è da evidenziare l’impegno dell’amministrazione nel rinnovare il confronto con i cittadini, ascoltando soprattutto i pareri contrari. L’ultima fase di Good Move è stata dunque rimandata al marzo 2023.
«Siamo convinti che tutti vogliano migliorare la qualità della vita nel proprio quartiere. La nostra volontà è di creare coesione sociale attraverso il dialogo e non lo scontro», ha dichiarato il consigliere comunale Vincent Vanhaleweyn, che ha annunciato prossime occasioni per «riunire i favorevoli e i contrari in cinque mesi e trovare una soluzione per tutti». Resterà da capire quanto certi manifestanti siano disposti all’ascolto di chi la pensa diversamente: come si vede nel video alcuni di loro, dopo aver staccato i cartelli stradali, li hanno disposti all’ingresso di un palazzo comunale. Non è la prima volta che contro le politiche delle amministrazioni locali si mobilita un partito ‘anti ztl’ critico nei confronti dei ciclisti e della mobilità attiva. In questo articolo trovate alcuni esempi in Italia di rappresentanti apertamente contrari a chi propone alternative all’automobile.