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A Bruxelles proteste contro Good Move, il piano bike friendly della mobilità

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A Bruxelles negli scorsi giorni proteste e scontri hanno preso di mira Good Move, il piano con cui l’amministrazione ha deciso di trasformare in senso bike friendly la capitale belga, a cominciare dalla riduzione del numero di automobili in circolazione. Come si nota nei video pubblicati su Twitter, un centinaio di manifestanti si è radunato a Schaerbeek, una delle 19 municipalità, e alcuni di loro hanno staccato parte della cartellonistica, come quella di un senso vietato preso a calci in una via dove è previsto il doppio senso ciclabile.

Molto più piccola rispetto a Parigi o a Londra, Bruxelles sta comunque facendo i conti da anni con il numero eccessivo di veicoli. Il piano Good Move, come si legge sulla stampa locale, è ormai alla terza e ultima fase e il suo obiettivo è ridurre drasticamente il numero delle macchine in buona parte dei quartieri. La politica locale ha da tempo trovato un accordo a riguardo, ma questo non è bastato. In due serate consecutive le proteste contro il Good Move a Bruxelles si sono concluse con un bilancio di tre feriti tra poliziotti e vigili del fuoco. Al netto della condanna a ogni forma di violenza, è da evidenziare l’impegno dell’amministrazione nel rinnovare il confronto con i cittadini, ascoltando soprattutto i pareri contrari. L’ultima fase di Good Move è stata dunque rimandata al marzo 2023.

«Siamo convinti che tutti vogliano migliorare la qualità della vita nel proprio quartiere. La nostra volontà è di creare coesione sociale attraverso il dialogo e non lo scontro», ha dichiarato il consigliere comunale Vincent Vanhaleweyn, che ha annunciato prossime occasioni per «riunire i favorevoli e i contrari in cinque mesi e trovare una soluzione per tutti». Resterà da capire quanto certi manifestanti siano disposti all’ascolto di chi la pensa diversamente: come si vede nel video alcuni di loro, dopo aver staccato i cartelli stradali, li hanno disposti all’ingresso di un palazzo comunale. Non è la prima volta che contro le politiche delle amministrazioni locali si mobilita un partito ‘anti ztl’ critico nei confronti dei ciclisti e della mobilità attiva. In questo articolo trovate alcuni esempi in Italia di rappresentanti apertamente contrari a chi propone alternative all’automobile.