Le piste ciclabili sarebbero «monumenti all’inefficienza che danneggiano i commercianti producendo soltanto traffico e smog in più». Quella che per ora è soltanto una pagina Facebook, MuoverMi, presto potrebbe diventare una lista civica di centro destra candidata alle elezioni comunali a Milano nel 2021. Un partito per gli automobilisti che non accetta una città dove, se prima le auto potevano parcheggiare anche in piazza Duomo, ora hanno (ahi loro) meno margini di manovra, meno parcheggi e più costi per occupare lo spazio pubblico. Non sono i primi, non saranno, temiamo, gli ultimi. Ecco un breve viaggio tra i partiti anticiclabili e anticiclisti.
«Fucilare i ciclisti…»
Era il 2015 quando in una seduta del Consiglio comunale a Vicenza l’allora consigliere Claudio Cicero, attuale assessore alla Mobilità urbana di una giunta di centro destra, aveva dichiarato in favore di telecamere la sua soluzione a un problema di mobilità: «Fucilare i ciclisti che non vanno sulle piste ciclabili – aveva tuonato – Fucilarli, anche quelli che sono con le luci spente di sera».
I partiti approvano: “via le ciclabili”
A Milano l’hanno già come primo punto del programma car friendly. «Via la ciclabile di viale Tunisia», ha dichiarato Edoardo Dubini, il fondatore di MuoverMi, contrario a una delle tante ciclabili che sotto la Madonnina riservano un pò di strada ai ciclisti per farli sentire più sicuri nel traffico. Basta un’istantanea con Google Maps per capire quale sia lo spazio dato alle auto e quello riservato alle biciclette. Se la ciclabile di Viale Tunisia non si vede, zoomate…
Il pericolo del “Dagli al ciclista!”
A marzo toccò alla Critical Mass di Torino. Dopo aver rallentato il traffico alcuni manifestanti erano stati addirittura malmenati dalla Polizia. In quell’occasione FIAB prese una posizione critica contro un clima ostile alla bicicletta: “Critical mass nasce come forma ingombrante, ma pacifica, di portare all’attenzione dell’opinione pubblica il tema della ciclabilità e del diritto di tutti all’uso del suolo pubblico, troppo spesso occupato, e talvolta usurpato, dalle auto”.
E quando non c’è di mezzo la politica, purtroppo è la religione a scivolare sulle ciclabili. Come a Washington, quando nel 2015 una chiesa apostolica pentecostale si lamentò per via di una ciclabile che avrebbe tolto parcheggio ai fedeli.
Tornando in Italia la politica anticiclisti non riguarda soltanto il centrodestra. A Bologna per esempio l’amministrazione di centrosinistra ha scelto la via delle sanzioni contro i ciclisti che vanno contromano. Un chiaro “no” alla soluzione del doppio senso ciclabile che, in sicurezza, faciliterebbe la mobilità sostenibile in città.
Madrid torna indietro
I partiti che combattono le ciclabili non conoscono confini. A Madrid, come vi abbiamo raccontato nel reportage di Lorenzo Pasqualini, il partito popolare – tornato di nuovo al potere nella capitale spagnola – ha tra i suoi obiettivi l’eliminazione di piste ciclabili realizzate dalla giunta di Manuela Carmena, che negli anni hanno tolto parcheggi auto per realizzare nuovi chilometri di piste ciclabili.